Asia Graziano
cover I grandi protagonisti dell'arte contemporanea interpretano l'antico mondo dei tarocchi

I grandi protagonisti dell'arte contemporanea interpretano l'antico mondo dei tarocchi

Gli arcani di Salvador Dalì, Francesco Clemente e Renato Gottuso e il Giardino dei Tarocchi di Niki de Sainte Phalle
29 lug 2025
5'

Cosa lega Salvator Dalì e James Bond all'arte dei tarocchi?

Nei primi anni Settanta Dalì si dedicò anche alla realizzazione di un mazzo di tarocchi ideati come oggetto di scena in James Bond - Live and Let Die con Roger Moore e Jane Seymour, su richiesta del produttore Albert Broccoli. Ironia della sorte, nonostante la committenza i tarocchi creati dall'artista non furono impiegati nelle riprese, pare a causa del compenso stellare richiesto da Dalì - 7 milioni di dollari - che comunque continuò a lavorarci, completando il set nel 1984, poi pubblicato in edizione limitata e subito andato sold out. Il mazzo di Dalì può essere definito come "un surreale caleidoscopio di storia dell’arte europea", nelle parole dell'editore Taschen, che ha ripubblicato le carte in un’edizione speciale il 15 novembre 2019, in occasione del 30esimo anniversario della morte dell'artista. Un un set completo di 78 carte, accompagnato da un libro dell’autore tedesco Johannes Fiebig, che ripercorre la vita di Dalí e questo particolare progetto. Salvator Dalì era un grande appassionato di misticismo, insieme alla moglie Gala. In generale, vale la pena ricordare un diffuso interesse per il mondo esoterico e occulto che ha permeato il mondo culturale negli anni Sessanta. Ciò determinerà nei decenni a seguire il successo editoriale di libri come “Tarot Cards for Fun and Fortune Telling” di Stuart Kaplan. Iconograficamente e stilisticamente, i tarocchi per James Bond non sono lontani a un altro lavoro del maestro del Surrealismo, le illustrazioni per “Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, realizzate nel 1969.

Il mazzo di Dalì: tra citazionismo e autocelebrazione

La Morte, dal mazzo di tarocchi di Salvador Dalì.

La Morte, dal mazzo di tarocchi di Salvador Dalì.

L'iconografia delle carte del mazzo di tarocchi di Dalì si rifà inevitabilmente alle più iconiche e importanti opere della storia dell’arte e ai ritratti degli affetti dell'autore. La moglie Gala è la protagonista della carta The Empress, con un evidente riferimento all'opera di Delacroix La Grecia sulle rovine di Missolongi e The Lovers è un omaggio a Neptune and Amphitrite di Mabuse. The Queen of Cups porta subito alla mente la reinterpretazione di Duchamp dell'opera d'arte per eccellenza, la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, mentre Ten of Swords è una reinterpretazione della Morte di Giulio Cesare di Vincenzo Camuccini. La personalità egocentrica di Dalì emerge nella carta The Magician, dove si ritrae con uno dei simboli della sua pittura, l’orologio de La Persistenza della memoria.

I tarocchi transavanguardisti di Francesco Clemente

Il matto del mazzo di tarocchi di Francesco Clemente.

Il matto del mazzo di tarocchi di Francesco Clemente.

Nel 2011 Francesco Clemente, esponente della Transavanguardia italiana, dà vita a un mazzo di tarocchi che ritrae e coinvolge alcuni dei suoi amici più stretti. Le carte sono state create tra Napoli, New York, Madras (India) e Taos (New Mexico) e costituiscono quindi un viaggio attraverso la geografia privata di Clemente, che è legato in modo profondo a ognuno di questi luoghi. Anche dal punto di vista tecnico, tali opere su carta sono caratterizzate da un'estrema varietà e volontà di sperimentazione: inchiostro, pastello, tempera, acquerello e collage si alternano nei vari fogli, sottolineando la notevole perizia tecnica dell'artista. Clemente, confrontandosi con le settantotto carte ed interpretandole in chiave strettamente privata, sembra celebrarne in particolare l’aspetto ludico primigenio: il gioco emerge con chiarezza sia nella varietà delle tecniche pittoriche, che spaziano dall’acquarello al pastello, ma soprattutto nel ritratto di amici e parenti, che appaiono tra gli Arcani maggiori e minori, nonché in due autoritratti in guisa di Matto e di Asso di Spade. Dello stesso artista, è esposto, nell’adiacente Sala del Camino, un ciclo pittorico che mostra lo stretto dialogo con le tematiche cristologiche: dodici tele che lo rappresentano nelle vesti degli apostoli.

I tarocchi di Renato Gottuso

Il mazzo di tarocchi di Renato Gottuso per l'editore La Traccia © Casa d'aste Babuino.

Il mazzo di tarocchi di Renato Gottuso per l'editore La Traccia © Casa d'aste Babuino.

Anche Renato Gottuso si misurò con l'arte dei tarocchi. Proprio il pittore di Bagheria noto principalmente per il suo impegno politico e sociale e per essere stato grande interprete del realismo socialista e protagonista indiscusso della pittura del Novecento italiano, creò un mazzo di tarocchi. Nel 1971, la casa editrice modenese La Traccia, diretta da Alessandrini, chiese all'artista di interpretare l'immaginario e la tradizione dei tarocchi. Gottuso creò così un mazzo di 78 litografie in 200 esemplari numerati, caratterizzate da colori forti, quasi violenti nei toni caldi, come nei freddi, che iconograficamente intendevano riallacciarsi alla tradizione italiana, iniziata da Bembo e dal famoso mazzo ritenuto opera del Mantegna. Il successo nazionale e internazionale dell'operazione fu immediata: il mondo del collezionismo rispose con grande interesse.

Il giardino dei tarocchi di Niki de Sainte Phalle

Giardino dei Tarocchi di Niki de Sainte Phalle.

Giardino dei Tarocchi di Niki de Sainte Phalle.

Il Giardino dei Tarocchi non è un semplice parco, né solo un'opera d’arte: è un universo inaspettato e immaginifico nato dalla visione personale di Niki de Saint Phalle. Situato sulle colline della Maremma toscana, nei pressi di Capalbio, questo luogo affascinante è il frutto di un lavoro lungo oltre vent'anni, che segna il culmine di una creatività esplosiva. Tutto inizia alla fine degli anni Settanta, quando l’artista francese, ispirata dai giardini fantastici come il Parc Güell di Gaudí e il Parco dei Mostri di Bomarzo, decide di realizzare un grande progetto scultoreo dedicato agli Arcani Maggiori dei Tarocchi. In questo linguaggio esoterico e simbolico, Niki trova una chiave per mettere in scena gli angoli più reconditi dell’animo umano: paure, aspirazioni e trasformazioni interiori. Il giardino prende forma lentamente, a partire dal 1979, con l’aiuto di artigiani, amici e collaboratori — tra cui vale la pena ricordare il coinvolgimento dell’artista Jean Tinguely, suo compagno di vita e di arte. L’opera si sviluppa su un terreno collinare di circa due ettari, perfettamente integrato nella macchia mediterranea. Qui sorgono ventidue sculture monumentali, alte anche più di dieci metri, costruite in ferro, cemento e rivestite da mosaici colorati, vetri, specchi e ceramiche. Ogni scultura rappresenta un Arcano Maggiore: c’è la Papessa, il Mago, la Morte, il Sole, il Matto, l’Imperatore, l’Imperatrice… ma non sono semplici rappresentazioni. Queste sculture assumono l'aspetto di vere e proprie architetture viventi, che si possono attraversare, esplorare, in alcuni casi perfino abitare.

L’Imperatrice, per esempio, è una gigantesca sfinge al cui interno Niki ha vissuto per lunghi periodi, lavorando e decorando le pareti con specchi e simboli. È un’opera che parla del femminile sacro, della maternità e della forza generatrice. Ma ogni scultura ha un suo messaggio: Il Giudizio evoca la rinascita, La Torre racconta la distruzione e il cambiamento, Il Diavolo mostra il lato oscuro e seduttivo dell’animo umano. Visitare il parco significa varcare la soglia di un mondo simbolico, dove ogni passo diventa un’occasione di introspezione. Il percorso nel giardino non è lineare o imposto. Si è invitati a perdersi tra le opere, a lasciarsi guidare dalla propria intuizione, proprio come si fa leggendo i Tarocchi. L’architetto Mario Botta ha progettato l’ingresso, un grande muro in tufo con un’apertura circolare che simboleggia il passaggio tra il mondo reale e quello dell’inconscio. Oggi il Giardino dei Tarocchi è considerato uno degli esempi più significativi di arte ambientale in Europa.

In copertina: un dettaglio fotografico del coloratissimo Giardino dei Tarocchi © Toscana Secrets.

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