Asia Graziano
cover Fornasetti: il design che si ispira al classicismo e alla metafisica di De Chirico, omaggiando Lina Cavalieri

Fornasetti: il design che si ispira al classicismo e alla metafisica di De Chirico, omaggiando Lina Cavalieri

La storia di Piero Fornasetti e dello storico brand made in Italy: gli studi di arte e design, la collaborazione con Gio Ponti e l'ispirazione fatidica del volto di Lina Cavalieri
21 ago 2025
5'

Il design che guarda al classicismo e alla metafisica

Piero Fornasetti circondato dai suoi piatti che omaggiano il volto, che riteneva perfettamente proporzionato, di Lina Cavalieri.

Piero Fornasetti circondato dai suoi piatti che omaggiano il volto, che riteneva perfettamente proporzionato, di Lina Cavalieri.

Fornasetti è senza dubbio uno dei nomi più iconici del design italiano, un brand che affonda le sue radici nella tradizione dell’arte figurativa e che ha saputo trasformare oggetti d’uso quotidiano in vere e proprie opere d’arte surreali e poetiche, ormai classici senza tempo. Il marchio nasce dall’immaginazione di Piero Fornasetti (1913–1988), artista e designer milanese, figura eclettica e visionaria che ha saputo fondere arte, artigianato e design in un linguaggio visivo unico. Nel 1932 si iscrive all’Accademia di Brera, ma il suo spirito libero mal sopporta le imposizioni del periodo “puritano” dell’istituzione culturale che arriva a vietare le lezioni di disegno di nudo. Fornasetti, lascia quindi Brera per iscriversi alla Scuola Superiore d’Arti Applicate all’Industria del Castello Sforzesco.

Fornasetti fu profondamente influenzato dal classicismo rinascimentale, dalla metafisica De Chirico e dalla grafica neoclassica. In questi stessi anni si appassiona molto anche alla litografia, tecnica che esalta il tratto del disegno in modo particolare e apre la Stamperia d’Arte Fornasetti che diventa un luogo di riferimento per i maggiori artisti coevi, tra tutti De Chirico, fonte imprescindibile di ispirazione, e Fontana. Nel 1933 sperimenta un’innovativa stampa su foulard di seta che gli vale l’attenzione di Gio Ponti con cui inizia un sodalizio lavorativo che garantirà ad entrambi continua e prolifica ispirazione. Insieme progetteranno case e luoghi pubblici come il Casinò di Sanremo, cabine per navi come il transatlantico Andrea Doria, sale cinematografiche e tantissimi mobili, come il celebre trumeau Architettura esposto alla Triennale del ’51.I suoi lavori spaziano tra pittura, incisione, decorazione d’interni, tipografia e oggetti d’arredo. A partire dagli anni ’50, dà vita a pezzi d’arredo decorati con stampe, trompe-l’œil e motivi fantastici che sfidano la distinzione tra oggetto funzionale e opera artistica. Librerie, mobili, porcellane, paraventi e piatti diventano superfici narrative, spesso ironiche, che evocano mondi onirici e visioni fuori dal tempo.

Dopo la scomparsa di Piero, il figlio Barnaba Fornasetti ha continuato l’eredità del padre, mantenendo intatto il DNA del brand e reinterpretandolo in chiave contemporanea. Con l'avvento del nuovo millennio la nuova guida dell'azienda consolidò la presenza nel contesto contemporaneo, con l'ampliamento della varietà produttiva e del confronto con personalità artistiche contemporanee diverse. Si moltiplicarono le collaborazioni, aggiungendo nell'ambito del design quella con Nigel Coates, mentre nell'ambito della moda collaborarono Valentino e Comme des Garçons, e artisti contemporanei, tra cui la pittrice britannica Anj Smith.

Per il centenario della nascita di Piero Fornasetti è stata allestita la retrospettiva "Piero Fornasetti. 100 anni di follia pratica", presentata alla Triennale di Milano, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi e al Dongdaemun Design Plaza di Seul. Vi furono inoltre mostre al Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps a Roma e ad Artipelag a Stoccolma. Nel 2015 l'atelier firmò la decorazione della libreria Rizzoli a New York e la decorazione degli interni del Teatro dell'Arte della Triennale di Milano. L'anno successivo l'Atelier Fornasetti ha prodotto un'opera lirica, il Don Giovanni, che ha visto tra gli altri anche la collaborazione dello stilista Romeo Gigli. L'opera è andata in scena presso il già citato Teatro dell'Arte a Milano e al Teatro della Pergola a Firenze. Oggi Fornasetti è un atelier che unisce arte, artigianato e design in un equilibrio raro, portando avanti la produzione a mano e l’estetica visionaria che l’ha reso celebre. Le connessioni con il mondo delle arti visive sono profonde: il lavoro di Fornasetti è stato esposto nei principali musei del mondo e riconosciuto come un unicum nel panorama del design. Le sue creazioni dialogano con la pittura, la grafica e l’architettura, mettendo in discussione la gerarchia tra arti maggiori e arti applicate.

Lina Cavalieri: la prima grande diva e il volto femminile di Fornasetti

Giovanni Boldini, Ritratto di Lina Cavalieri, 1901 circa, olio su tela, 67,4 cm x 60,4 cm, collezione privata.

Giovanni Boldini, Ritratto di Lina Cavalieri, 1901 circa, olio su tela, 67,4 cm x 60,4 cm, collezione privata.

ll volto simbolo del brand è quello enigmatico della cantante lirica Lina Cavalieri, icona della sua epoca, ritratta anche da Giovanni Boldini. Gabriele D’Annunzio ì nel 1906 la definì come “La massima testimonianza di Venere in Terra”. Forse la prima vera e propria celebrità della storia, osservata e ammirata per i suoi abiti, gioielli e acconciature audaci. Si distinse per la sua ingenua e fresca sensualità con cui incanta i teatri di mezzo mondo, padroneggiando l’uso commerciale della sua immagine. Intuendo la fortuna del suo successo decise infatti di aprire un salone di bellezza, diventando imprenditrice, oltre che cantante e personaggio del mondo dello spettacolo. Tanti furono anche i suoi amori: dal principe russo al re del Kazan, dal famoso tenore al pilota automobilistico fratello di Mr. Bitter Campari, si deve probabilmente alla Cavalieri la moda dei toy boy e a chiudere questo quadro pittoresco, anche l'arresto e l'accusa per presunte attività di spionaggio a favore degli Alleati, sino ad una morte misteriosa e altrettanto teatrale, nel 1944, nella sua casa di Firenze colpita da una bomba aerea.

Il viso della Cavalieri è stato declinato da Fornasetti diventando un’icona riconoscibile in tutto il mondo. Questa ossessione seriale, a metà tra Pop Art e surrealismo, riflette una profonda riflessione sul concetto di identità, ripetizione e trasformazione visiva. Il primissimo utilizzo risala agli anni Cinquanta, alla serie Tema e Variazioni, divenuta nel tempo una delle icone dello stile Fornasetti. Partendo da un ritratto dell'attrice, Fornasetti rielaborò oltre quattrocento "variazioni", che continuano ad essere sviluppate dal reparto creativo dell'azienda. La serie conquistò un vasto pubblico di scrittori e intellettuali: Alberto Moravia dedicò un testo alle infinite variazioni del volto di Lina Cavalieri, mentre Henry Miller scelse nel 1971 uno dei decori della serie come copertina della sua autobiografia My Life and Time.

La contemporaneità del classico: perché ancora oggi Fornasetti funziona

Cabinet Architettura di Fornasetti © foto di Fornasetti.

Cabinet Architettura di Fornasetti © foto di Fornasetti.

L’approccio di Fornasetti ha anticipato il concetto di “branding visivo”: la reiterazione di elementi riconoscibili che crea un'identità visiva forte e trasversale. In questo senso, la sua opera ha avuto un impatto analogo a quello di artisti come Warhol o Magritte, diventando una fonte di ispirazione per il design postmoderno e la comunicazione visiva degli ultimi decenni. Negli ultimi anni, il revival del design di metà Novecento e il rinnovato interesse per il décor onirico hanno riportato Fornasetti al centro del discorso culturale internazionale. Le sue creazioni continuano a comparire in campagne pubblicitarie, scenografie, riviste di moda e interni di lusso, mantenendo intatta la loro forza evocativa. Gli oggetti e gli arredi Fornasetti sono ormai delle icone imprescindibili del contemporaneo, proprio per la loro storicità e i richiami al passato. Sono classici senza tempo, dunque eterni. Le architetture rinascimentali delle carte da parati o del mobilio, le colonne classiche degli elementi di arredo, le forme semplici ed essenziali, il volto indimenticabile della Cavalieri, sono tutti elementi di un lessico figurativo che non passeranno mai di moda.

In copertina: arredi Fornasetti © foto di Katia de Grunwald.

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