Asia Graziano
cover Susan Rothenberg: voce fuori dal coro del Novecento americano, minimalista e concettuale

Susan Rothenberg: voce fuori dal coro del Novecento americano, minimalista e concettuale

Meno nota del marito Bruce Nauman, fu promotrice di un sovversivo ritorno al figurativo
5 ago 2025
4'

La definizione di un nuovo figurativo

Susan Rothenberg. Smoker. 1978-79, pittura acrilica e vernice su tela, 158.8 x 114.3 cm, MoMA, New York. © 2025 Susan Rothenberg/Artists Rights Society (ARS), New York.

Susan Rothenberg. Smoker. 1978-79, pittura acrilica e vernice su tela, 158.8 x 114.3 cm, MoMA, New York. © 2025 Susan Rothenberg/Artists Rights Society (ARS), New York.

Susan Rothenberg (Buffalo, 20 gennaio 1945 – Galisteo, 18 maggio 2020) può essere considerata una figura cruciale nell’arte americana della seconda metà del Novecento, specialmente in ragione della sua capacità di ricucire lo strappo tra astrazione e figurazione con un linguaggio pittorico potente, fisico e profondamente emotivo.

La sua formazione artistica inizia nel 1965, quando ottiene il Bachelor of Fine Arts all'Università Cornell e prosegue due anni dopo a Washington, presso l'Università George Washington prima, e la Corcoran School of the Arts and Design, dopo. Nel 1969 si trasferisce a New York, dove inizia a ritagliarsi un ruolo nella scena artistica contemporanea grazie a dipinti acrilici raffiguranti imponenti cavalli a grandezza naturale, in gran parte monocromatici. La sua prima personale fu nel 1975, alla112 Greene Street Gallery di New York. In esposizione c'erano per l'appunto tre dipinti di cavalli di grandi dimensioni. In un contesto dominato dal minimalismo e dall’arte concettuale, la sua scelta di riprendere un soggetto figurativo, ma trattarlo con un’intensità gestuale che richiama l’Espressionismo astratto, rappresentava una svolta inedita, fortemente coraggiosa e originale. I suoi cavalli, lontani da ogni intento iperrealistico, sono presenze silenziose, icone di resistenza, vulnerabilità e movimento. La notorietà della Rothenberg esplode negli anni ’70 dunque con queste grandi tele che rappresentano cavalli stilizzati: immagini solitarie, enigmatiche, sospese tra figura e segno. Negli anni successivi, la Rothenberg amplia il proprio vocabolario visivo, introducendo figure umane frammentarie: mani, teste, corpi in torsione. Le sue tele diventano luoghi di tensione e ambiguità, dove l’identità si scompone e si ricompone in un flusso pittorico vibrante. Il colore, spesso terroso o acceso da contrasti improvvisi, partecipa al dramma della composizione, evocando intense emozioni. A partire dagli anni ’90, dopo il trasferimento nel New Mexico, l’opera della Rothenberg assume un tono più intimo e visionario. Gli ambienti naturali, gli animali, i ricordi e le esperienze quotidiane entrano nella pittura, ma sempre filtrati da un’intensa energia psicologica. Anche nei lavori più narrativi o autobiografici, Rothenberg resta fedele a una pittura viscerale, costruita attraverso stratificazioni, cancellature e riapparizioni.

L’arte di Susan Rothenberg non cerca la bellezza formale o la narrazione lineare. È un’arte che lavora sull’attrito, sull’ambiguità, sull’incertezza della percezione. Il suo contributo alla pittura contemporanea risiede proprio in questa capacità di equilibrio tra il corpo e la mente, il gesto e il pensiero, la materia e la memoria. Il merito più grande della Rothenberg è stato sicuramente quello di aprire uno spazio nuovo nella figurazione, profondamente soggettivo, ma capace di parlare a una dimensione universale, dove il vedere e il sentire coincidono.

Il rapporto con Giorgia O'Keeffe e il matrimonio con Bruce Nauman

Susan Rothenberg nel suo studio. © Jason Schmidt

Susan Rothenberg nel suo studio. © Jason Schmidt

Il critico d'arte del «New York Times» David Belcher, nel 2010 paragonò l'esperienza artistica di Susan Rothenberg a quella di Georgia O'Keeffe, scrivendo che i confronti tra le due artiste erano "diventati difficili da evitare". Tuttavia la Rothenberg ha sempre contestato questi paragoni con la collega O'Keeffe, sostenendo intenzioni completamente diverse. Sebbene entrambe siano state influenzate dal paesaggio del New Mexico, i dipinti della Rothenberg sono caratterizzati da una carica più dinamica. Nell 1989 l'artista aveva sposato il celebre collega Bruce Nauman, con cui si era trasferita nel mondo bucolico del New Mexico. Il matrimonio tra due delle figure più influenti dell’arte americana contemporanea, fu non solo una connessione intima, spirituale, sentimentale e personale, ma anche un raro esempio di coesistenza creativa tra due universi artistici fortemente autonomi e distinti. I due vivevano in un ranch nei pressi di Galisteo condividendo quello che sarebbe potuto sembrare uno stile e un approccio all'arte lontano: Rothenberg era pittrice, profondamente coinvolta nel gesto fisico e nella figurazione espressiva; Nauman, invece, si distingueva per la sua arte concettuale, multimediale, quasi fredda, cerebrale, costruita su installazioni, video, performance e strutture linguistiche. Eppure, sotto la superficie, si può cogliere una tensione comune: l'interesse per il corpo, il comportamento, la presenza e l'assenza, la frammentazione del linguaggio e dell’identità. Il loro rapporto non si tradusse mai in collaborazioni dirette — ciascuno mantenne un’autonomia radicale — ma fu indubbiamente segnato da un’influenza reciproca sottile, fatta di silenzi, osservazioni, scambi quotidiani. Il paesaggio isolato del New Mexico fornì uno spazio fisico e mentale dove entrambi poterono concentrarsi sulla propria ricerca, lontano dalle pressioni del mondo dell’arte urbano e istituzionale. In questo isolamento creativo, si sviluppò una forma di dialogo implicito, in cui la presenza dell’altro agiva come sfondo costante, stimolo o contrappunto.

In alcuni casi, si può leggere nell’opera di Rothenberg, soprattutto nei lavori degli anni ’90 e 2000, un aumento dell’intensità simbolica e una maggiore apertura verso la dimensione performativa o narrativa, mentre in quella di Nauman si avverte un crescente interesse per il corpo in stato di disagio, per l’elemento emotivo e la ripetizione ossessiva, temi che risuonano con il lavoro pittorico della moglie. Al di là delle letture critiche, il loro matrimonio rappresenta una rara alleanza tra due individualità radicali, capaci di condividere uno spazio di vita senza annullare le proprie differenze. È un esempio non di fusione, ma di coabitazione creativa, in cui l’arte diventa un modo per stare nel mondo — e anche accanto a un altro — con radicale integrità.

In copertina: Susan Rothenberg, Untitled Drawing, No. 411977, vernice polimerica sintetica, guazzo, matita e pastello su carta, 57.5 x 76.3 cm, MoMA, New York. Dettaglio. © 2025 Susan Rothenberg/Artists Rights Society (ARS), New York.

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