Asia Graziano
cover Quando il design incontra il libro: 5 curiosi casi che (forse) non conosci

Quando il design incontra il libro: 5 curiosi casi che (forse) non conosci

La nascita dei tascabili nel Cinquecento, il libro bullonato di Fortunato Depero, il giallo Mondadori e altre innovazioni
22 set 2025
6'

1 - I classici diventano tascabili

Aldo Manuzio ritratto nell'affresco di Bernardino Loschi, Castello dei Pio, Carpi (Modena).

Aldo Manuzio ritratto nell'affresco di Bernardino Loschi, Castello dei Pio, Carpi (Modena).

Nel 1501 nascono i primi tascabili dei classici in greco e in latino. Aldo Pio Manuzio era un editore, grammatico e umanista italiano, ricordato per due scoperte che non potevamo non menzionare nella nostra storia: inventò il formato tascabile – libri di piccolo formato ed economici – e introdusse il tipo corsivo, le cui lettere compatte aiutavano a risparmiare spazio. Grazie a queste scoperte, molti più “gentiluomini” potevano possedere dei libri e, all’occorrenza, infilarli in tasca per leggerli quando e dove preferivano. La rivoluzione dell'"enchiridion" anche noto come "formato in ottavo", più piccolo ed economico, ridusse le dimensioni dei libri rendendoli più accessibili, portatili e facili da consultare ovunque, contribuendo a una democratizzazione della cultura. Manuzio non fu solo autore dell'invenzione del carattere tipografico corsivo, ma anche artefice dell'introduzione della punteggiatura moderna, fattori che resero la lettura più agevole e intimistica.

2 - Depero Futurista

Pagina dalla prima edizione di Depero Futurista, Dinamo-Azari, Milano, 1927, 32 x 24,2 x 24, 2 cm, © 2016 Artists Rights Society, New York, SIAE Roma

Pagina dalla prima edizione di Depero Futurista, Dinamo-Azari, Milano, 1927, 32 x 24,2 x 24, 2 cm, © 2016 Artists Rights Society, New York, SIAE Roma

Iniziamo il nostro viaggio attraverso alcuni degli esiti più interessanti e curiosi dell'incontro tra il mondo del design e dell'editoria con un mostro sacro, uno dei primi libri d'artista, pietra miliare nella storia del graphic design: Depero Futurista, nome ufficiale del più spesso noto come "libro imbullonato". Fortunato Depero, grande protagonista del futurismo, lo pubblicò nel 1927 con la doppia funzione di documentare il suo lavoro al culmine del successo in Italia e di promuovere il marchio Depero a New York, dove l’artista si trasferirà nel 1928. Si tratta di un'evoluzione della tipografia futurista avviata da Marinetti una ventina d'anni prima, ma in particolare del primo esempio di libro-oggetto. Il volume è caratterizzato da un'impaginazione decisamente variegata: le scritte appaiono allineate in molteplici modi e le pagine presentano differente grammatura e colore. Il tutto tenuto insieme grazie a due grossi bulloni meccanici. Col libro imbullonato Depero mise pratica le idee che aveva espresso insieme a Balla nel manifesto "Ricostruzione Futurista dell’Universo" del 1915: un’arte totale che coinvolge ogni aspetto della vita.

3 - Giallo Mondadori

Copertina del Giallo Mondadori (1082) "Sono un'assassina?" di Agatha Christie, settimanale 26/10/1969.

Copertina del Giallo Mondadori (1082) "Sono un'assassina?" di Agatha Christie, settimanale 26/10/1969.

Nato nel 1929 con il nome I Libri Gialli, il Giallo Mondadori non è soltanto la prima collana italiana dedicata al poliziesco: fu una vera e propria rivoluzione culturale e grafica che ha cambiato per sempre il volto dell’editoria popolare e il linguaggio stesso del pubblico italiano. Fu infatti l’intuizione del colore giallo acceso in copertina, scelta editoriale audace e mai vista prima, a trasformare un semplice tratto grafico in un vero e proprio genere letterario. Da allora, in Italia, “giallo” è sinonimo di mistero, crimine e indagine. Ma dietro quel colore si nasconde una visione editoriale precisa: rendere immediatamente riconoscibile il libro, attirare lo sguardo, distinguersi in edicola. L’innovazione formale della collana non si limita al colore. La copertina, inizialmente decorata da un esagono illustrato, si evolverà presto in un cerchio centrale che diventerà iconico, quasi un marchio di fabbrica. Questo impianto grafico, semplice e potente, permetteva all’illustrazione di emergere, catalizzando l’attenzione del lettore su un singolo, enigmatico dettaglio della trama. Il grande salto avviene nel secondo dopoguerra, quando il direttore Alberto Tedeschi affida la cura delle copertine a Carlo Jacono, destinato a diventare una leggenda dell’illustrazione editoriale italiana. Jacono, con il suo stile pittorico e cinematografico, non solo impreziosisce le uscite del Giallo, ma ne costruisce una vera e propria identità visiva, riconoscibile e desiderata. I primi numeri del Giallo Mondadori, venduti a sole 5 lire, si impongono subito come un fenomeno editoriale: 50.000 copie vendute in un mese. La formula è quella vincente del tascabile in formato “in sedicesimo”, agile, economico e seriale, pensato per un pubblico vasto e trasversale. Con l’intensificarsi delle uscite – prima quindicinali, poi settimanali – il Giallo Mondadori introduce una logica industriale e popolare nell’editoria italiana, aprendo la strada al mercato di massa. Oltre al successo commerciale, la collana lascia un’impronta profonda nel linguaggio e nell’immaginario collettivo. Il termine "giallo", coniato proprio grazie a questa collana, entra nel vocabolario italiano non solo per designare un genere letterario o cinematografico, ma anche nel lessico giornalistico per descrivere casi di cronaca irrisolti. Dai primi anni con Tedeschi, ai decenni successivi con figure come Oreste Del Buono, Laura Grimaldi, Sandrone Dazieri e Franco Forte, la collana ha saputo rinnovarsi costantemente, mantenendo viva la sua identità. Nel 1996, cambia formato, passando al tascabile moderno, senza perdere il suo fascino retrò. E ancora oggi, il cerchio e il giallo restano simboli inconfondibili di un mondo fatto di misteri, detective e colpi di scena.

4 -La rivoluzione silenziosa

Illustrazione di copertina del silent book Dove c’era un prato di Jörg Müller.

Illustrazione di copertina del silent book Dove c’era un prato di Jörg Müller.

Un'invenzione interessante nella storia del design del libro è senza dubbio quella dei Silent books, ormai diffusissimi e di grande successo. L'albo illustrato senza testo deve probabilmente la sua origine a pubblicazioni come quelle di Jörg Müller, che dagli anni '70 sono considerati pietre miliari capaci di ridefinire il mondo dell'illustrazione. Müller (1942) è un illustratore svizzero di fama internazionale. Cresciuto a Küsnacht, vicino a Zurigo, si forma alla Biel School of Applied Arts e inizia a lavorare in ambito pubblicitario a Parigi, Zurigo e Berna. Presto si avvicina ai libri illustrati e con il suo libro d’esordio del 1973, che è proprio la versione originale di Dove c’era un prato, si aggiudica il prestigioso German Youth Literature Award. Spesso nei suoi libri tratta questioni etiche ed ecologiche, che conducono un pubblico trasversale di grandi e piccini alla riflessione su tematiche legate alla sostenibilità ambientale. Nel 1994 ha ricevuto il Premio Hans Christian Andersen per il suo lavoro, il più importante riconoscimento internazionale per la letteratura per bambini e ragazzi. Il pregio principale dei libri senza parole basati esclusivamente sulla sequenza delle immagini, delle illustrazioni o fotografie, è proprio l'assenza di testo. Questa apparente mancanza, consente di abbattere ogni barriera di tipo linguistico o culturale, favorendo la comprensione universale degli albi. Dunque un approccio certamente più inclusivo alla lettura, oltre che una maggiore libertà del lettore, che può lasciarsi guidare dalla fantasia e dal proprio mondo interiore per "leggere" le immagini, attribuendo significati e sensi sempre più personali. Anche se molti silent books sono albi illustrati per bambini e ragazzi, è bene precisare che non si tratta di un genere necessariamente destinato loro, anzi: ci sono molteplici libri senza parole rivolti a un pubblico più adulto.

5 - Il libro si smaterializza

Il Kindle, primo e più famoso lettore e-book in commercio.

Il Kindle, primo e più famoso lettore e-book in commercio.

Concludiamo questo viaggio tra design ed editoria arrivando ai nostri giorni, o meglio catapultandoci nei primi anni Settanta del Novecento. In questo periodo il Progetto Gutenberg dà alla luce i primi e-book. Per diversi anni però i libri digitali sono prodotti con un solo obiettivo: quello di archiviare alcune opere, i grandi classici della letteratura, perlopiù libri di dominio pubblico. Solo nel ventunesimo secolo il formato digitale inizia a essere considerato anche per la pubblicazione. Nel 2000 esce il primo libro in formato e-book: il romanzo “Riding the Bullet” di Stephen King. Pensate che in un solo giorno ne vengono vendute oltre 400.000 copie. Qualche anno dopo, nel 2007, Amazon fa uscire il Kindle, il primo lettore e-book, una soluzione pratica per chi ama viaggiare per lunghi periodi con un bagaglio ridotto e non vuole rinunciare all'esperienza di avere con sé, a portata di mano, un'intera biblioteca!

In copertina: Ristampa dell'iconico libro "Bullonato" di Fortunato Depero. Dettaglio.

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