Asia Graziano
cover Pseudo Caroselli: identità misteriosa e soggetti magici

Pseudo Caroselli: identità misteriosa e soggetti magici

Scene di negromanzia nella pittura barocca
3 apr 2025
4'

Stregoneria e alchimia nella pittura barocca

Pseudo Caroselli, La Negromante, 1625, olio su tela, 44 x 35 cm, Pinacoteca civica "F. Podesti", Ancona.

Pseudo Caroselli, La Negromante, 1625, olio su tela, 44 x 35 cm, Pinacoteca civica "F. Podesti", Ancona.

Esiste una corrente particolarmente intrigante della pittura barocca, specialmente in quella romana, rappresentata da una nutrita cerchia di artisti tra cui senza dubbio, Angelo Caroselli. Tele con scene negromantiche e di stregoneria attribuibili al Caroselli stesso o alla sua scuola, tra cui vale la pena segnalare l’allievo Pietro Paolini. Non si tratta di un fenomeno meramente romano o confinabile al territorio italiano, ma il fascino di queste scene raggiunse anche la pittura nordica, in particolare quella olandese, come dimostra l’esempio di Pieter Van Laer, anche noto come Il Bamboccio. Bisogna sempre ricordare che la Roma Barocca era una città multiculturale, il centro internazionale per eccellenza della produzione artistica: molti erano i pittori stranieri, specialmente del nord Europa, che visitavano la città e vi soggiornavano per l’apprendistato artistico. Tra le opere più interessanti attribuite ad Angelo Caroselli o ad artista non ancora identificato con chiarezza, ma certamente della sua cerchia, c'è la Negromante della Pinacoteca Civica di Ancona. La figura femminile, come spesso accade per queste opere é caratterizzata da una forte esasperazione espressiva e dall'assunzione di complicate positure, in questo caso di tre quarti, ma anche di spalle, agitate da violenti impeti interiori. La scritta sul capitello sembra alludere al sacrificio umano del fanciullo sullo sfondo. Colpisce l'accuratezza nella descrizione dei particolari e la padronanza delle ricerche luministiche del tempo. Un soggetto analogo, torna nella Strega in collezione privata.

Lo strano caso dello "Pseudo Caroselli"

Pseudo Caroselli, Due cortigiane, già Roma, Christie's.

Pseudo Caroselli, Due cortigiane, già Roma, Christie's.

Nell'ambito della produzione inizialmente attribuita al Caroselli, un gruppo di opere piuttosto corposo, circa una trentina di tele, è stato in seguito assegnato ad altra mano. Resta ignota agli studi l’individualità di questo artista, certamente dal punto di vista stilistico fortemente connesso al maestro romano, del quale con ogni probabilità fu allievo: lo sconosciuto pittore è pertanto stato nominato Pseudo-Caroselli. Il termine "Pseudo Caroselli" è stato utilizzato per la prima volta da Laura Laureati quando pubblicò due Scene allegoriche fortemente erotiche in collezione privata, riferibili all'anonimo artista e con forte vicinanza stilistica a Benedetto Fioravanti e a Francesco Noletti detto "il Maltese", specialmente per la capacità descrittiva dei tessuti e degli elementi decorativi come stoffe, broccati e damaschi.

Piuttosto accreditata è l'ipotesi che lo Pseudo-Caroselli sia un’artista nord-europeo, forse appartenente alla popolosa colonia di pittori fiamminghi che nel Seicento soggiornava stabilmente a Roma, ma non è da escludersi che possa trattarsi del figlio di Angelo, Carlo Caroselli. Non manca infine chi sostiene, anche a causa di alcune discontinuità stilistiche delle opere riferite allo Pseudo-Caroselli, che sotto questa sfuggente individualità si celi in realtà la personalità di più artisti diversi, tutti comunque da ricondursi alla cerchia di Angelo Caroselli. Molto suggestiva l’ipotesi di Federico Zeri che riteneva che il pittore potesse identificarsi con il paesaggista fiammingo Balthasar Lauwers (Anversa 1578 – Roma 1645), italianizzato Baldassarre Lauri, la cui figlia Brigida sposò nel 1642 in seconde nozze Caroselli. Il pittore romano fu peraltro maestro dei suoi due figli: il paesaggista Francesco Lauri (1610-1635), che secondo la testimonianza di Passeri collaborò nell’esecuzione della Messa di San Gregorio in Santa Francesca Romana, e soprattutto il più noto Filippo Lauri (1623-1694), che copiava e abbozzava le sue opere imitandolo alla perfezione, come ricordava Baldinucci.

Molte delle opere che si ipotizza spettino allo Pseudo-Caroselli raffigurano streghe e negromanti oppure scene di genere che hanno per protagoniste lascive cortigiane: spesso i personaggi che compaiono in questi dipinti hanno pose grottesche e fattezze caricaturali e in genere si coglie una marcata allusione sensuale. L’incognito generista è autore di una serie di dipinti di soggetto allegorico tra il magico, lo stregonesco, l’occultistico, il negromantico e la vanitas, caratterizzati da un tono erotico e dissacrante, condito con punte di volgarità. Le figure femminili sono vestite sfarzosamente e spesso discinte, identificabili come cortigiane e prostitute. Sicuramente in queste tele è anche riconoscibile una predisposizione verso la natura morta, in particolare nei confronti della rappresentazione di stoffe, tappeti e animali.

La Banda dei pittori neerlandesi

Pseudo Caroselli, Strega, olio su tela 80 x 72 cm, collezione privata, Svizzera.

Pseudo Caroselli, Strega, olio su tela 80 x 72 cm, collezione privata, Svizzera.

Senza dubbio l'origine di questo genere di pittura è riconducibile a una matrice culturale olandese o fiamminga, fortemente realistica e materialistica, ben distante dall’idealizzazione della scuola italiana, forse con implicazioni di carattere religioso ed escatologico. Motivi che accomunano l’anonimo generista indicato come Pseudo Caroselli a pittori come Francois de Nomé detto Monsù Desiderio, Didier Barra e Filippo Napoletano. L’artista faceva forse parte della cosiddetta Nederlandsche Schildersbent, cioè la “Banda dei pittori neerlandesi”: una vera e propria compagnia artistica che accoglieva la rigogliosa colonia di pittori, scultori, incisori e decoratori, provenienti dai Paesi Bassi e dalle Fiandre. I membri, tutti ragazzi tra i venti e i venticinque anni, erano chiamati bentveughels, cioè "uccelli della banda" e il gruppo era caratterizzato da una forte solidarietà professionale e collegiale fra i soci. La colonia viveva nella zona attorno a piazza di Spagna, tra via Margutta, la Strada Felice (via Sistina) e la via Paolina (via del Babuino). Frequenti erano le scampagnate, le ubriacature nelle osterie romane e le feste che si protraevano fino all’alba presso il Mausoleo di Santa Costanza, noto come "Sepolcro di Bacco". La Schildersbent nasceva in contrapposizione all’Accademia di San Luca, sia per il rifiuto della stessa pratica accademica che per l’atteggiamento anticlassico. Era costituita infatti da artisti che sulla scia del caravaggismo praticavano il naturalismo, con una propensione alla specializzazione e alla pittura di genere. All'epoca era in atto una vera e propria controversia fra due principi artistici contrastanti: il naturalismo e il realismo, che nel 1633 era culminata nella causa contro l’Accademia di San Luca, quando la congrega di artisti nordici si rifiutò di pagare la tassa annua a suo favore stabilita da un Breve di Urbano VIII.

In copertina: dettaglio della Strega, opera la cui attribuzione ad Angelo Caroselli o allo "Pseudo Caroselli" è altamente dibattuta.

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