Asia Graziano
cover La storia del design in 10 sedie iconiche

La storia del design in 10 sedie iconiche

Come è cambiato il modo di sedersi e di arredare case e uffici
12 giu 2025
11'

La sedia: oggetto quotidiano che risponde a una necessità primaria

Lo facciamo tutti i giorni. Si tratta anzi di una delle azioni che maggiormente ripetiamo nel corso della giornata. Che si tratti di sedersi al tavolo della nostra cucina o sala per consumare la prima colazione o al tavolo del nostro ufficio per lavorare oppure alla scrivania per studiare. Così come viaggiamo seduti sul sedile dell'auto, del treno o dell'aereo. La posizione eretta è uno degli elementi principali che distingue l'uomo dall'animale, eppure appena possiamo troviamo sollievo nel sederci. Proprio per questo ruolo così importante che ha lo stare seduti nella nostra vita quotidiana, nell'arco della storia dell'uomo e dell'arredamento la sedia è stata pensata e ripensata tantissime volte. In questo articolo ho selezionato per voi le 10 più iconiche sedie create da designers per accompagnarci nella nostra vita di tutti i giorni. Chissà, probabilmente alcune le conoscerete e magari le avrete anche provate, ma sono certa che ne scoprirete di nuove!

La sedia del futuro: design da produrre in serie

Un dettaglio della scheda prodotto 1895 dei mobili di Gebrüder Thonet, che riproduce il disegno della mitica Sedia n.14, Metropolitan Museum of Art, New York.

Un dettaglio della scheda prodotto 1895 dei mobili di Gebrüder Thonet, che riproduce il disegno della mitica Sedia n.14, Metropolitan Museum of Art, New York.

Questo viaggio non poteva che inaugurarsi proprio con la Sedia n. 14, conosciuta anche come “sedia da bistrot”, una delle sedie più iconiche della storia del design. Fu progettata nel 1859 da Michael Thonet, un ebanista e imprenditore tedesco-austriaco ed è considerata la prima sedia prodotta in serie nella storia dell’arredamento. Il segreto del suo successo risiedeva in una tecnica innovativa: la curvatura del legno a vapore. Thonet riuscì a piegare il faggio massello grazie al calore e all’umidità, creando forme leggere, eleganti e resistenti. Questo processo permetteva di produrre sedie robuste ma economiche, facili da assemblare e trasportare. Il design semplice ma intelligente la rese perfetta per la produzione industriale e la spedizione in tutto il mondo: le sedie venivano smontate, impacchettate in casse piatte e poi facilmente assemblate sul posto, anticipando di decenni il concetto moderno dei mobili “flat-pack”, come quelli della nota azienda svedese IKEA. La sedia ebbe un enorme successo, specialmente nei caffè e bistrot europei, diventando un simbolo della vita urbana moderna del XIX e XX secolo. Si stima che entro il 1930 ne fossero già state vendute oltre 50 milioni di unità. Oggi la Sedia n. 14 è considerata un capolavoro del design funzionale: economica, elegante, leggera, resistente e universale. Il suo stile senza tempo e la sua rivoluzionaria semplicità continuano a ispirare designer e architetti di tutto il mondo.

La sedia che si ispira alle biciclette e omaggia Kandinsky

La sedia Wassily progettata nel 1925 da Marcel Breuer. © My Area Design

La sedia Wassily progettata nel 1925 da Marcel Breuer. © My Area Design

Entriamo nel vivo di questo compendio di alcune tra le sedie più rivoluzionarie della storia, con una delle mie favorite in assoluto, la sedia Wassily, progettata nel 1925 da Marcel Breuer. Si tratta di una delle creazioni più celebri del design moderno. Vero e proprio simbolo del movimento Bauhaus, la sedia rappresenta una rivoluzione per l'epoca, sia dal punto di vista estetico che tecnologico. Breuer, allora giovane designer ungherese e insegnante al Bauhaus di Weimar, si ispirò alla struttura leggera e funzionale dei manubri delle biciclette, realizzati in tubo d’acciaio piegato. Questa intuizione lo portò a sperimentare l’uso dell’acciaio tubolare anche nell’arredamento, creando una sedia completamente diversa da quelle tradizionali in legno massiccio. Il nome "Wassily" fu dato alla sedia solo più tardi, in omaggio al pittore Wassily Kandinsky, collega di Breuer al Bauhaus, che apprezzò così tanto il design da volerne una per sé. Sicuramente vi sarà capitato di intravederla o di provarla in eleganti e raffinati studi di professionisti o nei principali musei di settore. Ancora oggi, è senza dubbio considerata un’icona del design del XX secolo, esposta nei principali musei di arte e design del mondo. Ancora in produzione, continua a essere amata per la sua forma innovativa, la chiarezza delle linee e il perfetto equilibrio tra arte e funzione.

Breuer e la sedia dedicata a sua figlia

Un poster che rappresenta la sedia Cesca creata da Marcel Breuer nel 1928, simbolo indiscusso del Bahaus.

Un poster che rappresenta la sedia Cesca creata da Marcel Breuer nel 1928, simbolo indiscusso del Bahaus.

Proseguiamo con la sedia Cesca, disegnata da Marcel Breuer nel 1928, ma ancora oggi è senza dubbio uno degli oggetti di design più riconoscibili e longevi del XX secolo. Il suo nome è un omaggio alla figlia adottiva del designer, Francesca, chiamata affettuosamente "Cesca". Questa sedia è celebre per la sua struttura a sbalzo, cioè senza gambe posteriori: un'innovazione rivoluzionaria all'epoca. La sua forma si basa su un unico tubo d'acciaio cromato curvato a U, che sostiene la seduta e lo schienale senza bisogno di supporti posteriori, creando un leggero effetto di flessibilità e oscillazione durante l’uso. La combinazione tra materiale industriale (acciaio) e materiali artigianali tradizionali (paglia di Vienna e legno) riflette in pieno la filosofia del Bauhaus, la scuola di design di cui Breuer fu una figura centrale. La seduta e lo schienale sono solitamente in legno massello con l’interno in paglia intrecciata, che dona alla sedia un aspetto caldo e familiare, in contrasto con la freddezza dell'acciaio. Questo contrasto armonico tra vecchio e nuovo, tra artigianato e produzione industriale, ha reso la Cesca un simbolo della modernità accessibile e funzionale. Negli anni, la Cesca è diventata un classico del design d’interni, utilizzata in abitazioni, studi professionali e spazi pubblici in tutto il mondo. Ancora oggi viene prodotta e apprezzata, a dimostrazione della sua straordinaria capacità di resistere al tempo e di adattarsi a contesti e stili diversi.

Sedersi su di un tulipano

La Sedia Tulip creata da Eero Saarinen nel 1956 per Knoll © Diotti

La Sedia Tulip creata da Eero Saarinen nel 1956 per Knoll © Diotti

Catapultiamoci nei mitici anni Cinquanta con la sedia Tulip progettata dall’architetto e designer finlandese-americano Eero Saarinen nel 1956 per l’azienda Knoll. Fa parte della celebre Tulip Collection, che include anche tavoli e poltroncine, tutti caratterizzati da una forma organica e da una struttura monogamba ispirata ai fiori. Saarinen voleva eliminare il "caos visivo" delle gambe tradizionali dei tavoli e delle sedie. Il suo obiettivo era creare arredi moderni "a una gamba sola", fluidi e armonici, che rispecchiassero lo spirito innovativo e razionalista del dopoguerra. Il risultato è una sedia dal design scultoreo e continuo, che rompe con la tradizione del mobile composto da elementi separati e introduce un linguaggio formale completamente nuovo, ispirato alle forme naturali e semplificate.

Superleggera

La celeberrima pubblicità che promuoveva la caratteristica principale della nuova sedia ideata da Gio Ponti per Cassina: la leggerezza. © Gio Ponti Store

La celeberrima pubblicità che promuoveva la caratteristica principale della nuova sedia ideata da Gio Ponti per Cassina: la leggerezza. © Gio Ponti Store

Nel 1957, l’architetto e designer milanese Gio Ponti rivoluzionò il mondo del design con la creazione della Sedia Superleggera, un'icona del design italiano del Novecento. La Superleggera prodotta per Cassina, nasce dalla volontà di Ponti di creare una sedia che fosse essenziale, funzionale e leggerissima, ma allo stesso tempo resistente e gradevole esteticamente. Il punto di partenza fu la sedia tradizionale di Chiavari, un modello tipico dell’artigianato ligure che Ponti reinterpretò in chiave moderna, riducendo al minimo la quantità di materiale utilizzato. Realizzata dall’azienda Cassina, la Superleggera pesa appena 1,7 chilogrammi — così leggera da poter essere sollevata con un solo dito da un bambino, come dimostrava una celebre foto pubblicitaria dell’epoca. La struttura è in legno di frassino e la seduta in canna d’India intrecciata a mano, due materiali scelti non solo per la loro leggerezza, ma anche per la loro durabilità. La genialità di Gio Ponti non fu solo tecnica, ma anche culturale: con la Superleggera dimostrò che un oggetto di uso quotidiano poteva essere al tempo stesso accessibile, raffinato e profondamente italiano. La sedia rappresenta una perfetta sintesi tra artigianato e innovazione industriale, tra forma e funzione. Oggi la Superleggera è esposta nei più importanti musei di design e continua a essere prodotta, simbolo eterno di eleganza e intelligenza progettuale.

Pop e divertente

La Phanton Chair progettata da Verner Panton nel 1960 per Vitra © Made in Design

La Phanton Chair progettata da Verner Panton nel 1960 per Vitra © Made in Design

Coloratissima e audace, la prossima sedia che andiamo a conoscere è la Panton Chair, progettata dal designer danese Verner Panton nel 1960 e prodotta su larga scala a partire dal 1967 da Vitra, è una delle sedie più rivoluzionarie della storia del design. Con la sua forma fluida e senza giunture, è la prima sedia realizzata interamente in plastica stampata in un solo pezzo, e rappresenta una perfetta fusione di sperimentazione tecnica, estetica pop e funzionalità ergonomica.

Verner Panton, uno dei più visionari designer scandinavi, fu affascinato per tutta la vita dall’idea di creare una sedia che fosse al tempo stesso innovativa, confortevole e monomaterica. Dopo anni di prototipi e sperimentazioni con materiali diversi, riuscì a realizzare il suo progetto grazie alla collaborazione con Vitra, utilizzando una tecnica di stampaggio a iniezione di plastica rinforzata. La Panton Chair fu presentata ufficialmente nel 1967 ed ebbe un immediato successo per il suo linguaggio formale avanguardista. Divenne subito un simbolo dello stile futurista degli anni '60, entrando anche nelle collezioni permanenti di musei come il MoMA di New York.

Giocare con le forme

La sedia Ekstrem™ creata da Terje Ekstrøm nel 1984 © Varier

La sedia Ekstrem™ creata da Terje Ekstrøm nel 1984 © Varier

Incredibile e irriverente nelle sue forme, è la sedia Ekstrem™, progettata nel 1984 dal designer norvegese Terje Ekstrøm, che è molto più di una semplice sedia. Si tratta di una vera e propria scultura funzionale, che sfida le convenzioni del design tradizionale con una forma audace, dinamica e profondamente innovativa. Composta da una struttura geometrica rivestita in tessuto elastico, la Ekstrem™ si distingue per le sue linee spigolose e il gioco di pieni e vuoti. A prima vista può sembrare quasi un’opera d’arte astratta, ma è pensata per essere utilizzata in vari modi: si può sedere frontalmente, lateralmente o anche appoggiarsi all’indietro con le gambe drappeggiate sui braccioli. Questa sedia invita al movimento, alla sperimentazione, al gioco. La sua forma ergonomica e il comfort sorprendente, nonostante l’aspetto rigido, la rendono un oggetto unico, in equilibrio tra design concettuale e funzionalità. Ekstrøm, con questa creazione, ha anticipato molte delle tendenze del design postmoderno e ha dato voce a un'estetica nuova e provocatoria, profondamente radicata nella cultura nordica degli anni '80. Oggi la Ekstrem™ è prodotta dal brand norvegese Varier, e viene proposta in una gamma di colori contemporanei. È diventata un’icona del design sperimentale, spesso presente in interni creativi, gallerie e case di appassionati di design. Con la Ekstrem™, Terje Ekstrøm ha dimostrato che una sedia può essere molto più di un oggetto d’uso: può essere un gesto artistico, una provocazione e un invito a vedere il quotidiano sotto una nuova luce.

La sedia che celebra il quotidiano

Sedie Folding Air- Chair, il modello creato da Jasper Morrison per Magis nel 2000 © Design Republic

Sedie Folding Air- Chair, il modello creato da Jasper Morrison per Magis nel 2000 © Design Republic

A inaugurare il nuovo millennio, ci pensa il design ultra contemporaneo della Folding Air-Chair è lineare, pulito e senza elementi decorativi superflui: una caratteristica tipica dello stile di Jasper Morrison, fautore di un "super normal design", cioè un design che punta alla qualità invisibile dell’uso quotidiano. Adatta sia agli spazi interni, che esterni, questa sedia fu creata per l’azienda italiana Magis nel 2000. L'anno di realizzazione ci dice già tutto e ci aiuta a comprendere meglio come sia un perfetto esempio di design funzionale, sobrio e innovativo. Questa sedia pieghevole rappresenta una svolta nell’arredo, grazie alla sua estetica minimale unita a una straordinaria praticità.

Lo scheletro di un fantasma

L'iconica sedia Louis Ghost creata da Philippe Starck nel 2002 per Kartell, in un ambiente in stile barocco, che ne esalta le caratteristiche estetiche. © Kartell

L'iconica sedia Louis Ghost creata da Philippe Starck nel 2002 per Kartell, in un ambiente in stile barocco, che ne esalta le caratteristiche estetiche. © Kartell

Proseguiamo questo viaggio nel mondo delle sedie di design con una delle mie preferite in assoluto. Geniale, fresca e ironica. Si tratta della Louis Ghost, una delle sedie più iconiche e riconoscibili del design contemporaneo. Disegnata dal celebre designer francese Philippe Starck nel 2002 per la casa produttrice italiana Kartell, questa sedia rappresenta una perfetta sintesi tra innovazione tecnologica, eleganza classica e funzionalità moderna. Starck ha voluto reinterpretare in chiave moderna un simbolo del passato: la sedia in stile Luigi XV, nota per le sue forme barocche e rococò, ricche di decorazioni e dettagli elaborati. La Louis Ghost è infatti ispirata alle sedie di cristallo trasparente del XVIII secolo, ma riprodotta con un materiale innovativo, la plastica policarbonato stampata ad iniezione. Questa scelta ha rivoluzionato l’arredo classico, introducendo una trasparenza quasi eterea e un’estetica minimalista, pur mantenendo la sagoma elegante e curvilinea tipica dello stile Luigi XV. La sedia è diventata un’icona del design postmoderno, capace di fondere tradizione e modernità.

Siamo arrivati in fondo a questo viaggio storico tra le mie 10 sedie preferite tra le più iconiche della storia del design, ma un oggetto di così ampio utilizzo quotidiano è stato interpretato in tantissime chiavi diverse. Se dunque non abbiamo gli stessi gusti e voi ne avreste selezionate altre, non rimaneteci male: la scelta era davvero vasta! Chissà quante e quali nuove sedie nasceranno nei prossimi decenni..!

In copertina: uno scatto dal Design Museum di Copenaghen in Danimarca.

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