
Kazimir Malevič e l'influenza del Suprematismo nella moda italiana
Conosciamo il padre del Suprematismo

Kazimir Malevič, Croce suprematista, 1920, olio su tela, 84 x 69,5 cm, Amsterdam, Stedelijk Museum.
Kazimir Malevič (Kiev, 23 febbraio 1879 – Leningrado, 15 maggio 1935), nacque e trascorse la sua infanzia nell'Ucraina rurale: le distese coltivate di grano, i campi di girasole e le casette bianche che emergevano punteggiando nel paesaggio e i tradizionali motivi decorativi degli asciugamani ricamati, torneranno, stilizzati, nelle sue opere. All'età di 25 anni, nel 1904 si trasferì a Mosca, dove studiò privatamente nell'atelier di Fëdor Rerberg. Nei primi anni della sua carriera artistica sperimentò vari stili moderni e partecipò alle principali mostre dell'avanguardia: fu presente, con Vasilij Kandinskij e Michail Larionov, a quella dell'Associazione degli Artisti di Mosca e, nel 1910, a quella del gruppo Fante di Quadri.
La sua prima produzione verteva su opere di stampo neoprimitivisti e di soggetto prevalentemente contadino, che nel 1912 furono esposti alla mostra “La coda dell'asino”. Dopo questo evento, Malevič lasciò il gruppo di Larionov. Nel 1913, con il compositore Michail Matjušin e con lo scrittore Aleksej Kručënych elaborò il manifesto dei Primo Congresso Futurista. Nello stesso anno Malevič disegnò scene e costumi per l'opera Vittoria sul Sole di Matjušin e Kručënych. Nel 1914 fu presente al Salon des Indépendants di Parigi.
All'ultima mostra futurista organizzata nel 1915 a Pietrogrado, Malevič lanciò il suprematismo, il movimento artistico che proponeva una nuova pittura: astratta e geometrica.
Con le parole del suo stesso fondatore, possiamo tracciare i caratteri fondamentali di questa corrente artistica: "Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell'arte. Dal punto di vista dei suprematisti le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L'oggetto in sé non significa nulla. L'arte perviene col suprematismo all'espressione pura senza rappresentazione". Dal 1919 Kazimir iniziò ad applicare tridimensionalmente i concetti del suprematismo a modellini architettonici. Negli anni successivi alla rivoluzione bolscevica del 1917, Malevič e altri artisti dell'avanguardia russa vennero sostenuti dal governo sovietico e ottennero quindi importanti incarichi nell'ambito amministrativo e governativo o diventarono insegnanti di arte. Nel 1919 lo stesso Malevič divenne docente all'Istituto d'Arte di Vicebsk, di cui successivamente diventerà anche direttore.
Dal 1919 al 1920 nel corso della Sedicesima Mostra di Stato a Mosca, rassegna artistica dedicata al suprematismo e agli altri stili astratti, fu allestita anche la sua prima personale. Con i suoi allievi di Vicebsk, Malevič dette vita al gruppo suprematista UNOVIS. Dal 1922 al 1927 insegnò all'Istituto di Cultura Artistica di Leningrado e tra il 1914 e il 1926 lavorò prevalentemente a modellini architettonici con un gruppo di allievi. Nel 1927 Malevič si recò a Varsavia per presentare una mostra dei suoi dipinti; successivamente fu a Berlino, dove le sue opere vennero esposte alla Grosse Berliner Kunstausstellung. In Germania entrò in contatto con Jean Arp, Kurt Schwitters, Naum Gabo e Le Corbusier, e visitò il Bauhaus. Nel 1929 si tenne alla Galleria Tret'jakov di Mosca una personale di Malevič. A causa del rifiuto di collaborazione con i bolscevichi di Mosca: non voleva prestare il proprio pennello ai quadri propagandistici, Malevič fu accusato di spionaggio e arrestato nel 1930. A seguito di questa condanna, le sue opere furono distrutte, come in una sorta di damnatio memoriae. Dopo mesi di torture in carcere, riesce finalmente a tornare a casa, anche se vive quest'ultimo periodo della sua esistenza nel terrore. Negli ultimi anni di vita tornò a eseguire opere di carattere figurativo. Malevič morì a Leningrado il 15 maggio 1935, per un tumore alla prostata. Le sue ultime volontà riguardano la richiesta di essere sepolto in una cassa a forma di cubo, simbolo del Suprematismo e figura geometrica chiave della sua poetica artistica. Purtroppo, anche il suo luogo di sepoltura fu distrutto dal governo sovietico.
La Rocca omaggia Malevič

Kazimir Malevič, Sportivi, 1930-1931, olio su tela, 142 x 164 cm, Museo di Stato Russo, San Pietroburgo.
A testimonianza di quanto Malevič fu anticipatore di stile e di creatività, l’artista ha ispirato, con la sua tela Sportivi (1930), una collezione di abiti ideata da Flavio Forlani, fondatore dell’azienda La Rocca a Martinengo, in provincia di Bergamo, specializzata proprio in sportswear. Per lo stilista e creativo, galeotta fu la visita ad una mostra presso la GAMeC di Bergamo dedicata a Malevič: colori e forme del Suprematismo hanno acceso l'interesse di Forlani, che li ha adottati e rivisitati in chiave contemporanea. Nylon e lana tecnica, abbigliamento casual e prodotti realizzati anche per griffe di maggiore popolarità come Fendi e Armani sono nati da questa visita al museo. Queste creazioni di Forlani hanno applicato i colori e le linee simmetriche di Malevič, ma non era la prima volta che lo stilista si lasciava ispirare dal Suprematismo. Basata su una delle opere più iconiche del pittore, Quadrato nero, è l'invenzione di stile e design Manoplà, realizzata a Martinengo per Contemporary Locus, associazione culturale bergamasca. «Si tratta di un guanto, una pochette, una maschera o un saluto d’artista» nelle parole dello stesso Forlani. Un’opera realizzata da Diego Perrone col fine di svelare nuove potenzialità del made in Italy che sa ben parlare di moda, arte e design insieme.

I capi di abbigliamento e la Manoplà di La Rocca, ispirati dall'opera Sportivi di Kazimir Malevič.
In copertina: Kazimir Malevič, Composizione suprematista, 1915, olio su tela, Collezione privata Brett Gorvy.
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