Asia Graziano
cover Jeanne Hébuterne: autoritratti intimi e nature morte

Jeanne Hébuterne: autoritratti intimi e nature morte

L'amore profondo e irrinunciabile per Amedeo Modigliani le è costato la vita e forse anche la carriera d'artista, ricordata oggi più per la sua relazione, che per la sua produzione
22 lug 2025
5'

La pittura e l'amore insuperabile per Amedeo Modigliani

Amedeo Modigliani, Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1918, olio su tela, 55×38 cm, collezione privata, Pescara.

Amedeo Modigliani, Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1918, olio su tela, 55×38 cm, collezione privata, Pescara.

Jeanne Hébuterne (Meaux, 6 aprile 1898 – Parigi, 26 gennaio 1920) nonostante sia stata una pittrice, è certamente ricordata in prevalenza per essere stata la compagna di Amedeo Modigliani e per le circostanze della sua tragica fine. Si suicidò, all'ottavo mese di gravidanza, due giorni dopo la morte dell’amato compagno e acclamato protagonista dell’arte internazionale del Novecento. Jeanne nasce a Meaux il 6 aprile 1898 da Achille Casimir Hébuterne, capo contabile di una profumeria presso i grandi magazzini Bon Marché, e da Eudoxie Anaïs Tellier, casalinga intellettuale e creativa, visse a Parigi nel V arrondissement, a Rue Amyot n. 8 bis. Cresciuta in una famiglia cattolica, era molto legata al fratello maggiore André, futuro paesaggista che la introdusse all'interno della comunità artistica di Montparnasse. Con l'avvento della Grande Guerra, tuttavia, André fu costretto a partire per il fronte, un'assenza che segnò la giovane. Le opere di quegli anni alternano, infatti, paesaggi bretoni - ove spesso Jeanne si recava con la famiglia - a illustrazioni a sfondo tragico, primi indizi di un'anima naturalmente predisposta al pessimismo. Poco prima della sua conoscenza con Modigliani, Jeanne fu per breve tempo modella di Tsuguharu Foujita, che la definì “vicieuse et sensuelle” (viziosa e sensuale). La perfezione del suo viso, oltre ai bellissimi e lunghi capelli castano chiaro, le valsero il soprannome di “noix de coco” (noce di cocco).

Desiderosa di una carriera nelle arti, si iscrisse all'Académie Colarossi dove, il 30 dicembre 1916, conobbe Amedeo Modigliani, divenendone anche principale soggetto artistico. Nel luglio del 1917 i due andarono a convivere presso Rue de la Grande Chaumière, a due passi dall'accademia frequentata da Jeanne, la quale tenne la famiglia all'oscuro di tutto fino al marzo dell'anno seguente, a causa di una ormai evidente gravidanza.

L’incontro con Modigliani fu un vero e proprio colpo di fulmine: il pittore aveva trentatré anni, era squattrinato, incostante e reduce da una storia turbolenta con la scrittrice Beatrice Hastings, ma ha un fascino magnetico e anticonformista. Jeanne era giovanissima, aveva solo diciannove anni, era dunque nel pieno della sua bellezza e giovinezza. Fu, come si suol dire, amore a prima vista. Già dopo pochi mesi, sfidando pregiudizi e convenzioni, la coppia affitta uno studio-abitazione piuttosto fatiscente, con il sostegno economico del mercante Léopold Zborowski, che spera che Modigliani possa finalmente mettere la testa a posto, appagato e addolcito dalla compagnia di Jeanne. Nell'estate del 1918, a causa delle precarie condizioni di salute di Modigliani affetto dalla tisi, la coppia si trasferì a Nizza dove il 29 novembre nacque la loro figlia Jeanne. La permanenza in Costa Azzurra durò però poco più di un anno e l'estate successiva, nonostante la salute di Modigliani si facesse sempre più precaria, i due tornarono nuovamente a Parigi. Il 24 gennaio 1920 Amedeo Modigliani morì e Jeanne Hébuterne venne condotta dagli Zborowski in una camera d'albergo decisamente più calda e accogliente dell'appartamento diviso col compagno, perché vi passasse la notte. L'indomani la cameriera vi scoprì un rasoio, sotto il guanciale. Jeanne venne quindi trascinata nella casa paterna dai propri familiari ma, intorno alle 4 del mattino del 26 gennaio, la giovane donna, all'ottavo mese di gravidanza, si lanciò dalla finestra dell'appartamento al quinto piano, morendo sul colpo insieme al bambino da lei portato in grembo, che si rivelò essere un maschio. Suo fratello, che la sorvegliava, si era assopito.

Le figure femminili dipinte da Jeanne

Jeanne Hébuterne, Autoritratto, 1916-1917, olio su carta, collezione privata.

Jeanne Hébuterne, Autoritratto, 1916-1917, olio su carta, collezione privata.

La Hébuterne amava ritrarre le figure femminili e in particolare la sua. Diversamente dai dolci dipinti dai toni scuri e linee allungate con cui Modigliani la ritraeva e ritraeva altri, la pittura di Jeanne era caratterizzata da uno spirito più deciso, forte, gli occhi maliziosi e fermi, lo chignon alto o con due trecce abbandonate sulle spalle, una vasta gamma di colori accesi di gusto orientaleggiante. Pur influenzata dal pittore italiano, si notano nelle sue opere influenze gauguiniane e post-impressioniste.

Nella Natura Morta in un ambiente disadorno e minimale, si intravedono un pianoforte chiuso con sopra uno spartito lasciato aperto. Di fronte un mazzo di fiori ancora incartato e a rendere ancora più angosciosa l'atmosfera, la presenza di candelieri vuoti. Tutto eseguito con una grande qualità espressiva. Sucida, forse anche perché conosciamo il triste epilogo della sua vicenda biografia, è l'opera che colpisce maggiormente. Si tratta di un dipinto tra gli ultimi lavori della pittrice, che lascia emergere il dramma interiore. Jeanne si dipinge nella sua camera, in un letto di un bianco con il corpo reclinato in una posa sgraziata. Si è appena pugnalata mentre nel petto sgorgano le prime gocce di sangue, il ventre gonfio, all'epoca era infatti alla seconda gravidanza, il colore rosso dei capelli, del sangue, della gonna e il bordo del letto dominano la scena.

Consapevolezza seduttiva

Prima di incontrare Modigliani, Hébuterne traeva ispirazione dagli artisti delle scuole Fauves e Nabis. In un certo senso, il suo stile era più originale e sperimentale di quello di Modigliani. Si può notare l'influenza di Matisse nell'autoritratto in collezione privata: gli audaci contorni blu del viso e lo sfondo molto piatto sono mutuati dalle sue opere. Senza dubbio comunque, ciò che appare come l'aspetto più interessante e audace è il suo sguardo, che si rivolge direttamente all'osservatore. La sua è una precisa dichiarazione: vuole affermare che è un'artista a tutti gli effetti. Non c'è dubbio che il dipinto mostri una notevole sicurezza di sé, inoltre, un dettaglio che potrebbe apparentemente sembrano insignificante è invece di grande rilevo. La pittrice sembra indossare un kimono, che suggerisce uno stato di svestizione, elemento di forte rottura per l'epoca, e che si pensa abbia cucito lei stessa.

I dipinti di Modigliani avranno sicuramente prodotto un effetto sullo stile della Hébuterne, ma possiamo immaginare che tra i due ci fosse un dialogo artistico, un rapporto di scambio profondo, piuttosto che una mera relazione amorosa. Jeanne come artista, donna e madre alimentava senza dubbio la produzione artistica di Modigliani.

I contemporanei la descrivono come una persona tranquilla, molto profonda, tanto da diventare spesso malinconica, ma che sapeva essere spietata. Si pensi, ad esempio, al dipinto che realizzò sull'artista Soutine, venduto da Christie's nel 2008 per 73.000 euro. L'opera lo spoglia completamente delle sue pretese operaie e lo rivela come un dandy egoista.

In copertina: Amedeo Modigliani, Ritratto di Jeanne Hébuterne, 1919, collezione privata. Dettaglio.

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