Asia Graziano
cover Cini Boeri: design significa anche psicologia dell'ambiente

Cini Boeri: design significa anche psicologia dell'ambiente

Attraverso tre delle creazioni più iconiche di Cini Boeri, ripercorriamo la carriera di una designer di avanguardia
19 lug 2025
8'

Il Politecnico di Milano e la collaborazione con Giò Ponti e Marco Zanuso, fino al successo internazionale

Cini Boeri e Giò Ponti, 1954.

Cini Boeri e Giò Ponti, 1954.

Maria Cristina Mariani Dameno, coniugata Boeri (Milano, 19 giugno 1924 – Milano, 9 settembre 2020), meglio nota come Cini Boeri, si laurea al Politecnico di Milano nel 1951, dopo un breve stage nello studio di Giò Ponti, inizia una lunga collaborazione che durerà 12 anni con Marco Zanuso. Intraprende la propria attività professionale nel 1963, occupandosi di architettura civile e disegno industriale. Ha progettato in Italia e all'estero case unifamiliari, appartamenti, allestimenti museali, uffici, negozi, dedicando grande attenzione allo studio della funzionalità dello spazio e ai rapporti psicologici tra l'uomo e l'ambiente. Nell'ambito del disegno industriale si è occupata in modo particolare del progetto di elementi per l'arredo e componenti per l'edilizia. Diverse sue realizzazioni sono presenti in musei ed esposizioni internazionali. Ha tenuto conferenze e lezioni presso diverse università e istituzioni in Italia ed all'estero, a Berkeley, Barcellona, al Nucleo del Deseno Industrial di Sao Paulo, al Collegio degli Architetti di Rio de Janeiro, alla Cranbrook School di Detroit, alla Southern California Institute of Architecture di Vico Marcote (CH), al Pacific Design Center e alla UCLA di Los Angeles, all'Accademia di Architettura di Mendrisio, Università della Svizzera Italiana. Negli anni 1981 e 1983 ha svolto, presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, corsi di "progettazione architettonica" e di "disegno industriale e arredamento". Membro del Consiglio di Amministrazione della XVI Triennale di Milano. Ha partecipato a numerose giurie di concorsi internazionali e ricevuto numerosi premi internazionali. Viene nominata Socio Onorario ADI, 2012. Un anno prima di morire, nel 2019, riceve l'Ambrogino d'Oro, il premio che riconosce i milanesi più meritevoli. Cini Boeri senza dubbio attraversa da protagonista i decenni d’oro del design italiano, tra gli anni Cinquanta e Settanta. Per lei, come per i colleghi protagonisti di questo grande momento creativo, da Achille Castiglioni a Vico Magistretti, il compito del designer è la democratizzazione di una migliore qualità della vita, attraverso il ripensamento e il perfezionamento degli oggetti di uso quotidiano. La loro è certamente una visione anti-elitaria della disciplina: il progetto-prodotto non è un lusso concepito per pochi, ma una comodità indispensabile, che può essere fruita da tutti e rivoluzionare la vita contemporanea di un pubblico il più possibile allargato. L'aspetto che maggiormente caratterizza il design e l'architettura di Cini Boeri è l'attenzione al dettaglio, in senso estetico e formale, ma anche e sopratutto l'attenzione alle esigenze dei fruitori di quel determinato oggetto, complemento d'arredo o di quell'architettura. In architettura ad esempio, questa attenzione si traduce nella necessità di ricavare sempre uno spazio per ogni abitante e ulteriori spazi fruibili: le così dette "stanze per gli ospiti", che secondo Cini non dovevano servire solo agli ospiti delle abitazioni, ma ai suoi stessi abitanti abituali. Una coppia doveva avere uno spazio da condividere, ma anche due spazi singoli dove potersi rifugiare e dove poter mantenere la propria privacy.

Un divano per tutti: il serpentone infinito

Il "Serpentone" di Cini Boeri per Artflex, 1971.

Il "Serpentone" di Cini Boeri per Artflex, 1971.

Nel 1971 per Artflex, Cini Boeri progetta Serpentone, un divano all'avanguardia, che asseconda le ricerche del brand che in quegli anni, in maniera pionieristica e rivoluzionaria, indagava il tema dell’arredo flessibile. Oggi senza dubbio riconosciuta come una delle icone del design italiano, nasce per essere inclusivo, come ricorda la sua stessa designer: “Intendevo proporre un divano per tutti, da vendere a metri. Avrebbe dovuto uscire dallo stampo già completo di tutto, senza bisogno di essere rivestito". Serpentone è formato dalla composizione di moduli di schiuma poliuretanica stampati a iniezione. Le lamelle spesse 37 cm permettono di formare curve concave e convesse, in modo che le forme sinuose possano adagiarsi in ogni ambiente. Cambiando forma e dimensione, il divano flessibile si sistema in ogni stanza ed è personalizzabile a seconda delle richieste. Nasce come un oggetto da usare, non da possedere. Si tratta di design nel suo significato più puro e alto. Un divano molto economico, che non solo nella forma e nella concezione, ma anche nel prezzo, era davvero accessibile a un pubblico il più ampio possibile. Un progetto che rispecchia assolutamente il pensiero della designer italiana nei confronti della disciplina: “Il significato della parola ‘design’ è oggi mutato, e corrisponde spesso alla progettazione di pezzi d’arte. Nel nostro vocabolario, anni Cinquanta, ‘design’ significava progettazione di elementi da produrre in serie, controllo sui materiali idonei e sul metodo della sua produzione. Il tutto allo scopo di rendere accessibile ad una ampia fascia di pubblico, il loro costo” (..) Il design è nato con un significato socialmente importante e come tale ho l’impressione che oggi non interessi più. Mi spiace perché l’architettura e il design, invece, hanno una funzione sociale”. Per via della tipologia di materiale, il poliuretano espanso, non esattamente una scelta che oggi si direbbe sostenibile, questo divano ha perso presa sul contemporaneo, rispetto ad altre creazioni iconiche di Cini, ancora oggi in produzione e che registrano importanti e imperituri successi di vendita.

La poltrona ghost: illusione di vetro

Pubblicità della poltrona in vetro Ghost, realizzata da Cini Boeri nel 1987 per Fiam.

Pubblicità della poltrona in vetro Ghost, realizzata da Cini Boeri nel 1987 per Fiam.

Sicuramente fonte di ispirazione per la sedia Louis Ghost di Philippe Starck per Kartell (2002) è stata la poltrona fantasma, creata dalla Boeri, nel 1987.

Dopo tanti progetti di divani e poltrone Cini, ormai stanca di dover "relegare" il suo genio creativo e il suo estro a queste tipologie di arredo, all'ennesima committenza di una poltrona, decide ironicamente di creare una poltrona trasparente, invisibile, che in qualche modo, ironicamente, neghi sé stessa. Il materiale che definisce la caratteristica più evidente della poltrona, ovvero la sua trasparenza, è in questo caso il vetro, che determina una nuova concezione di seduta, sia sul piano materico che estetico. Solitamente il sedersi richiama chiara e immediata stabilità, qualcosa che il vetro e la trasparenza non sembrano poter comunicare con efficienza. L' effetto di stupore, rende un'attività banale e quotidiana come quella di sedersi, inaspettata, divertente e rivoluzionaria. Per questo, al di là delle caratteristiche intrinseche del vetro, la poltrona Ghost è riuscita ad offrire calore, affidabilità, relax, confort e sicurezza. Si tratta di un'icona del design nata dal genio creativo di Cini Boeri e la sapienza degli studi e la professionalità di Fiam, azienda leader nel settore, che insieme hanno dato il via alla produzione di una poltrona mai realizzata sino allora. Una seduta inesistente e ingannevole, che però al tempo stesso, nonostante queste sensazioni visive, permette di sedersi comodamente. Stabilità e solidità garantite, adattabili a qualsiasi contesto di arredo. La Cini ripensando al progetto, ricordava che: “Non avrei mai pensato di fare una poltrona in vetro… La mia iniziale diffidenza per un’idea che sembrava irreale fu superata dal desiderio/sfida di vedere se fosse possibile concretizzarla e se Fiam sarebbe stata così brava da riuscire a realizzarla”. Una poltrona “fantasma”, espressione di una bellezza eterna ed eterea, specchio della duttilità creativa dei maestri vetrai, apprezzata da tutti, tanto forte è il richiamo e il fascino di questo materiale magico. Così con la poltrona monolitica Ghost, nel 1987 nacque una vera e propria sfida progettuale e tecnologica che Cini Boeri ha raccontato con entusiasmo, insieme a Fiam Italia, tramutando l’idea apparentemente irrealizzabile di una poltrona in vetro, in un successo straordinario e mondiale, oggi esposta anche al MoMA di New York. Ci sono voluti anni di progettazione e prototipi per creare la prima poltrona al mondo in vetro che, con la sua trasparenza, ancora oggi emoziona e fa sognare.

Nel 2022 il Compasso d’Oro ADI, il più prestigioso riconoscimento nel mondo del Design, è stato assegnato alla Poltrona Ghost della Cini Boeri. Il premio ha sancito il riconoscimento più importante a un’icona indiscussa del design made in Italy, che non sembra aver risentito del passare degli anni, anzi, nel corso del tempo ha continuato ad ottenere premi su premi: il Compasso d’Oro 2022 alla carriera, segue infatti fra gli altri il 1° Premio “Referendum dei Lettori” della rivista Interni e il premio “Forum Design Award” del Cosmit di Milano. Nella motivazione del Premio di quest’anno si legge: “Sintesi perfetta di sperimentazione tecnologica e ricerca formale, la poltrona Ghost progettata da Cini Boeri e Tomu Katayanagi rappresenta il desiderio di dematerializzare la percezione della funzione a favore del fruitore, che diventa così protagonista assoluto dello spazio”.

Un tavolo che sembra venire dal futuro: il lunario

Tavolo "Lunario" disegnato da Cini Boeri per Knoll nel 1970.

Tavolo "Lunario" disegnato da Cini Boeri per Knoll nel 1970.

Non solo divani e poltrone, ma anche un tavolo fu disegnato da Cini Boeri per Knoll nel 1970. Il Lunario si basa su un equilibrio e magico gioco di pesi e volumi che coniuga il sottile ed elegante piano in cristallo e la massiccia base ellittica in acciaio cromato. Si distingue per la sua forma ovale, il piano in vetro temperato e la base in metallo cromato a doppia altezza. È disponibile in diverse versioni, tra cui tavoli da pranzo, da ufficio e tavolini da caffè, con piani in vetro o pietra. Quella del Lunario è un'estetica dichiaratamente futuristica, pur mantenendo una raffinata essenzialità. Il suo nome richiama la luna — e non è un caso: la forma ellittica del piano in cristallo sembra fluttuare come un satellite sospeso, evocando le atmosfere spaziali che hanno segnato l’immaginario collettivo degli anni Settanta, epoca in cui la corsa allo spazio permeava ogni aspetto della società, influenzando anche arte e design.

La struttura asimmetrica del tavolo rompe con la simmetria tradizionale, introducendo un elemento di dinamismo visivo che appare ancora oggi sorprendentemente attuale. Il supporto centrale in metallo lucido — ridotto al minimo nella sua essenzialità tecnica — sembra sfidare la gravità, offrendo un’illusione di instabilità perfettamente bilanciata. Questa scelta progettuale non è solo estetica, ma anche funzionale: il supporto centrale consente la massima libertà di movimento a chi lo utilizza, anticipando in un certo senso le esigenze ergonomiche del design contemporaneo. Il tavolo Lunario è futuristico non solo per la sua forma, ma per l’approccio progettuale che lo ha generato. Boeri unisce la trasparenza del vetro con la forza strutturale del metallo, creando un dialogo tra leggerezza e solidità, tra materia e vuoto. Il risultato è un oggetto che sembra appartenere a un tempo non definito — né passato né presente, ma proiettato verso un elegante e utopico futuro.

In copertina: la poltrona Ghost, realizzata da Cini Boeri nel 1987 per Fiam.

Suggeriti

cover Fornasetti: il design che si ispira al classicismo e alla metafisica di De Chirico, omaggiando Lina Cavalieri
FORNASETTI: IL DESIGN CHE SI ISPIRA AL CLASSICISMO E ALLA METAFISICA DI DE CHIRICO, OMAGGIANDO LINA CAVALIERI
cover La casa come un museo di design: Toiletpaper e Seletti rendono il sogno possibile
LA CASA COME UN MUSEO DI DESIGN: TOILETPAPER E SELETTI RENDONO IL SOGNO POSSIBILE
cover Librerie di design: ecco la mia top 5!
LIBRERIE DI DESIGN: ECCO LA MIA TOP 5!
cover 10 musei al mondo dove scoprire il meglio del design
10 MUSEI AL MONDO DOVE SCOPRIRE IL MEGLIO DEL DESIGN
cover La lampada Pipistrello di Gae Aulenti, designer e architetta di fama internazionale
LA LAMPADA PIPISTRELLO DI GAE AULENTI, DESIGNER E ARCHITETTA DI FAMA INTERNAZIONALE
cover Eileen Gray: la designer che sognava di fare l'architetta
EILEEN GRAY: LA DESIGNER CHE SOGNAVA DI FARE L'ARCHITETTA
cover Ultrafragola: lo specchio-lampada di Sottsass
ULTRAFRAGOLA: LO SPECCHIO-LAMPADA DI SOTTSASS