Asia Graziano
cover 10 divani che hanno fatto la storia del design

10 divani che hanno fatto la storia del design

Cosa succede quando artisti e designers si confrontano con l'archetipo del divano? Scopriamo insieme capolavori da manuale, ma anche recenti innovazioni
29 set 2025
15'

Il divano è un elemento di design e arredo che connota in maniera fortissima l'ambiente. Definisce lo stile della stanza, che si tratti di un ufficio, del salotto o della hall di un albergo. La storia del design ha dimostrato e continua a dimostrare che possono esistere mille modi diversi di intendere il divano e il modo di abitarlo. In questo articolo vi propongo una selezione di 10 modelli, icone super riconoscibili che fanno ormai parte della storia dell'arredamento e creazioni più recenti, ma con un'identità così forte da essersi già affermate come pietre miliari del design per curiosare e sognare.

1 - Mah Jong di Hans Hopfer

Una delle versioni del divano Mah Jong creato dall'artista e designer Hans Hopfer per Roche Bobois. © Roche Bobois

Una delle versioni del divano Mah Jong creato dall'artista e designer Hans Hopfer per Roche Bobois. © Roche Bobois

Pittore, scultore, designer, Hans Hopfer ha progettato divani che sono diventati imprescindibili dalle collezioni Roche Bobois. Attento all'evoluzione degli stili di vita e alla gestione creativa dello spazio, ha immaginato modelli ad elementi completamente modulabili, che si appoggiano al suolo. Nel 1971 crea il divano Mah Jong, un sistema di cuscini che vanta una totale libertà di forma e funzione. Un divano all'avanguardia quando venne creato, divenuto oggi iconico. Rivestito con tessuti disegnati da Kenzo Takada, Missoni o Jean-Paul Gaultier, Mah Jong sarà a lungo un punto di riferimento per la modularità creativa.

2 - Camaleonda di Mario Bellini

Camaleonda, il divano modulabile creato da Mario Bellini nel 1970. © Gerosa Design

Camaleonda, il divano modulabile creato da Mario Bellini nel 1970. © Gerosa Design

Ci sono pezzi che non invecchiano mai, che attraversano le epoche rimanendo attuali, desiderabili, unici. Il Camaleonda, disegnato da Mario Bellini nel 1970 e oggi rieditato da B&B Italia, è uno di questi. Un divano che ha fatto la storia del design, capace di coniugare estetica, funzionalità e sostenibilità. Il vero tratto distintivo di Camaleonda è la sua straordinaria modularità. Ogni modulo può essere combinato, separato o ricollocato con facilità, trasformando il divano in un vero e proprio sistema dinamico in grado di adattarsi a ogni spazio e a ogni esigenza. È come avere un set di giganteschi pixel da usare per ridisegnare il proprio ambiente domestico, in continua evoluzione. Nella sua nuova versione, Camaleonda mantiene intatti quegli elementi che lo hanno reso celebre: il modulo di seduta da 90x90 cm, lo schienale e il bracciolo, così come l'inconfondibile lavorazione capitonné. Quest’ultima è ancora oggi realizzata con l’originale sistema a cavi, ganci e anelli, una soluzione tanto ingegnosa quanto distintiva, che permette al divano di essere componibile in modo semplice e intuitivo. Se all’esterno Camaleonda resta fedele al suo DNA, il suo interno è stato completamente ripensato. La struttura è oggi costruita con un sistema “a sandwich”, formato da materiali riciclati o riciclabili e facilmente smontabili. Il comfort è garantito da un gioco di imbottiture in poliuretano a densità differenziata, che si comportano come una molla, assicurando una seduta sorprendentemente accogliente. Questo nuovo approccio ingegneristico non solo aumenta la comodità, ma rende il divano anche più attento all’ambiente: ogni elemento è stato studiato per essere disassemblabile e riciclabile, in linea con i più alti standard di sostenibilità.

3 - Strips di Cini Boeri

La versione che diventa anche letto, del divano disegnato da Cini Boeri per Arflex nel 1968 © Cini Boeri

La versione che diventa anche letto, del divano disegnato da Cini Boeri per Arflex nel 1968 © Cini Boeri

ll divano Strips fu disegnato da Cini Boeri nel 1968 per Arflex e ben presto divenne un celebre esempio di design radicale e funzionalità quotidiana. Un’idea all’apparenza semplice, ma capace di cambiare il modo di vivere lo spazio domestico. Strips è infatti molto più di un divano: è un sistema di sedute modulare, componibile, sfoderabile e... trasformabile. Proprio come suggerisce il nome, è un progetto costruito per "strisce", elementi flessibili che possono assumere forme diverse a seconda delle esigenze. All’epoca della sua creazione, Strips fu un vero colpo di scena nel mondo dell’arredamento. Cini Boeri, architetta e designer pioniera, propose un divano morbido, destrutturato e informale, capace di rompere con gli schemi rigidi della zona giorno tradizionale. Era il 1968: tempi di cambiamento, anche nel design. Il tratto distintivo? La trapuntatura orizzontale e soprattutto il rivestimento completamente sfoderabile con zip. Un’idea tanto semplice quanto geniale, che non solo conferisce al divano il suo look inconfondibile, ma lo rende anche pratico, durevole e facile da gestire. Strips si può sfoderare in pochi gesti, lavare, rinnovare — e vivere ogni giorno con naturalezza. Strips è pensato per adattarsi alla vita reale. I suoi moduli – sedute, chaise longue, angoli, pouf – possono essere combinati liberamente per creare composizioni lineari, angolari o destrutturate, sempre accoglienti e informali. Esiste anche una versione letto, che trasforma il divano in uno spazio notte extra, con la semplice apertura della seduta. Una soluzione che dimostra quanto la visione di Cini Boeri fosse avanti nel tempo, anticipando le esigenze di flessibilità e multifunzionalità che oggi consideriamo imprescindibili.Non è un caso se Strips ha vinto, già nel 1979, il Compasso d’Oro, ed è oggi esposto in collezioni permanenti come quella del MoMA di New York. Il suo linguaggio visivo è immediatamente riconoscibile: minimale, morbido, senza tempo. Eppure, pur restando fedele al progetto originale, continua a rinnovarsi attraverso nuovi tessuti, colori e configurazioni, rendendolo sempre attuale. Il divano Strips è molto più di un arredo: è una dichiarazione di stile, un omaggio alla libertà e alla creatività nel vivere gli spazi. Firmato da una delle poche donne a imporsi nel design italiano del Novecento, questo capolavoro di Cini Boeri continua a ispirare, affascinare e innovare.

4 - Il divano ispirato a Salvador Dalì e Marylin Monroe

Studio 65, Marylin, Gufram. © Gufram

Studio 65, Marylin, Gufram. © Gufram

Era il 1970 quando tutto ebbe inizio: Franco Audrito, uno dei fondatori dello Studio65, e la compagna Nanà ricevettero un incarico speciale da Marilyn Garosci, dinamica imprenditrice e proprietaria di una catena di centri benessere: progettare un nuovo ed esclusivo centro, il Countourella. Al progetto si unirono anche Ferruccio Tartaglia e Adriano Garizio, giovani creativi uniti dalla stessa visione radicale. Insieme, i quattro disegnarono ogni ambiente con cura e originalità, ma mancava ancora qualcosa: un elemento iconico per la hall, un simbolo che incarnasse tutto il concept del luogo, un oggetto capace di stupire e far parlare di sé. L’illuminazione arrivò da un ricordo. Franco ripensò a un celebre dipinto surrealista di Salvador Dalí, il ritratto di Mae West, in cui la bocca dell’attrice era trasformata in un divanetto. Da lì, l’intuizione fu immediata: reinterpretare quell’idea in chiave pop, trasformando le labbra rosso fuoco di Marilyn Monroe in un oggetto di design sensuale, ironico e provocatorio. Così nacque Bocca, il divano icona: un omaggio non solo alla diva hollywoodiana, ma anche alla loro cliente, Marilyn Garosci – bionda, elegante e con il rossetto sempre impeccabile. Il primo prototipo venne realizzato da Gufram, azienda pioniera del design sperimentale. Fu proprio mentre si trovava nella sede della Gufram, in attesa di un restyling nelle dimensioni, che il divano attirò l’attenzione di una redattrice di Casa Vogue. Affascinata, lo fotografò e poco dopo lo pubblicò sulla rivista, contribuendo a trasformarlo in un’icona del design radicale italiano.

5 - Il divano di Le Corbusier

Un salotto arredato con i divani LC2 di Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret, oggi prodotta da Cassina. © Cassina

Un salotto arredato con i divani LC2 di Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret, oggi prodotta da Cassina. © Cassina

Nel panorama del design moderno, pochi oggetti incarnano lo spirito dell’epoca come il divano LC2, progettato nel 1928 da un trio d’eccezione: Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret. Icona assoluta del design razionalista, questo divano non è solo un esercizio di stile, ma la materializzazione di un’idea rivoluzionaria: portare l’architettura nel mondo dell’arredo, con rigore formale e funzionalità essenziale. Conosciuto anche come “Fauteuil Grand Confort”, il divano LC2 rappresenta una rottura netta con la tradizione decorativa dell’epoca. Linee nette, volumi compatti, una struttura in acciaio cromato a vista che abbraccia cuscini squadrati e generosamente imbottiti: una vera sintesi tra forma e funzione, in cui ogni elemento è ridotto all’essenziale, ma nulla è lasciato al caso. Il design del LC2 è tanto rigoroso quanto accogliente. La struttura esterna — quasi una gabbia geometrica — contrasta con la morbidezza dei cuscini interni, creando un equilibrio perfetto tra contenimento e comfort. Un gesto progettuale che anticipa il linguaggio minimalista e industriale che dominerà il design del Novecento. Spesso oscurata dal nome di Le Corbusier, Charlotte Perriand fu una figura chiave nella concezione del LC2. Fu lei a introdurre materiali innovativi, soluzioni ergonomiche e una visione meno dogmatica del razionalismo. Il suo contributo fu fondamentale nel tradurre i principi architettonici in oggetti “abitabili”, pensati per il corpo umano, non solo per lo spazio. Il divano LC2 ne è l’esempio perfetto: non un esercizio formale, ma un oggetto progettato per essere usato, vissuto, abitato. A quasi un secolo dalla sua creazione, il LC2 continua a essere uno dei pezzi più riconosciuti, ammirati e riprodotti nel mondo del design. Viene prodotto oggi da Cassina, che ne detiene i diritti esclusivi e lo realizza seguendo fedelmente le specifiche originali, con materiali aggiornati ma nel rispetto del progetto storico. Disponibile in diverse finiture, pelli e tessuti, il divano LC2 si adatta ancora oggi a contesti classici e contemporanei, dimostrando una versatilità rara per un oggetto così iconico. È l’archetipo del “divano moderno”, capace di vivere tanto in una casa minimalista quanto in uno spazio museale.

6 - Maralunga di Vico Magistretti

Un elegante salotto arredato con i Maralunga di Vico Magistretti per Cassina © Cassina

Un elegante salotto arredato con i Maralunga di Vico Magistretti per Cassina © Cassina

Nel panorama del design italiano, pochi oggetti riescono a coniugare intelligenza progettuale, comfort quotidiano e longevità estetica come il Maralunga, disegnato da Vico Magistretti nel 1973 per Cassina. Un divano che non ha bisogno di presentazioni: celebre per la sua linea inconfondibile e per una soluzione tecnica tanto semplice quanto geniale, è diventato uno dei simboli più duraturi dell’arredamento contemporaneo. L’idea rivoluzionaria che nasce da un gesto semplice. La leggenda racconta che l’idea alla base di Maralunga nacque quasi per caso, quando Magistretti, in fase di prototipo, reagì con un gesto d’istinto a una proposta poco convincente, piegando con un pugno lo schienale del modello. Fu in quel momento che nacque l’elemento distintivo del divano: lo schienale regolabile, capace di passare da una posizione bassa e discreta a una più alta e avvolgente. Questa innovazione — resa possibile da un meccanismo interno celato alla vista — definisce l’identità di Maralunga: trasformabilità senza compromessi formali, comfort dinamico, adattabilità silenziosa. Come molti dei progetti di Magistretti, Maralunga evita le forzature stilistiche. Non cede all’estetismo né alla ricerca del colpo d’effetto. Al contrario, si affida a una morfologia sobria, rassicurante, quasi archetipica, che mette al centro il corpo umano e la sua esperienza nello spazio. Le forme morbide, l’imbottitura generosa, i volumi equilibrati: tutto concorre a creare un divano da vivere, pensato per durare, per accogliere, per diventare parte della quotidianità domestica. E proprio in questa sua normalità solo apparente si cela la forza di un progetto radicale nella sua semplicità. Dalla sua uscita, Maralunga è diventato un best-seller internazionale, capace di attraversare epoche, stili e continenti. La sua presenza discreta ma autorevole lo ha reso protagonista di case private, uffici, hotel, gallerie e showroom. Negli anni, Cassina ne ha proposto versioni aggiornate — come il Maralunga 40 e 40S, in occasione dei quarant’anni dalla nascita del modello — con nuove proporzioni, cuciture a vista, e rivisitazioni nei materiali e nei rivestimenti. Ma lo spirito del progetto è rimasto immutato: un invito alla comodità, alla durabilità, al buon senso progettuale.

7 - Flap di Edra

L'innovazione che diventa classico: il divano Flap creato da Francesco Binfaré © Edra

L'innovazione che diventa classico: il divano Flap creato da Francesco Binfaré © Edra

Flap è progettato da Francesco Binfaré per Edra nel 2000. Non un semplice sistema di sedute, ma un’architettura morbida, una piattaforma di libertà, un’estensione del corpo e dell’immaginazione. Flap non è nato per arredare, ma per trasformare il modo in cui ci si siede, si vive, si comunica. È un progetto radicale, in pieno stile Edra, capace di coniugare sperimentazione tecnica, forma scultorea e comfort estremo. Il nome "aletta", "lembo mobile" – racconta già molto del suo funzionamento. Il corpo del divano è un grande piano orizzontale, da cui si diramano sette elementi mobili e regolabili (le flap, appunto) che possono diventare schienali, braccioli, poggiatesta o semplicemente superfici d’appoggio. Ogni flap è indipendente e inclinabile, permettendo una configurazione libera e personale, quasi una coreografia mutevole che risponde al gesto, alla posizione, all’umore. In questo senso, Flap non impone una postura, ma si offre come uno spazio aperto, da abitare secondo i propri desideri. Francesco Binfaré, storico collaboratore di Cassina e poi mente creativa di Edra, ha sempre messo al centro del suo lavoro il rapporto tra corpo e oggetto, tra intimità e progetto. Flap è la perfetta espressione di questa filosofia: un divano che accoglie, accompagna, si adatta, lasciando spazio a infinite modalità d’uso. Senza barriere visive né gerarchie compositive, Flap si trasforma in un paesaggio domestico: si può stare sdraiati, seduti, a gambe incrociate, in coppia o da soli. È una superficie relazionale, che stimola nuove forme di convivialità e di introspezione. Dal punto di vista estetico, Flap è una scultura funzionale. Il suo profilo basso, le linee tese, l’assenza di elementi superflui ne fanno un oggetto potente ma non invadente, capace di dialogare con spazi architettonici diversi, dal minimalismo domestico alla galleria d’arte. Il rivestimento può essere in tessuto o in pelle, con lavorazioni impeccabili e materiali di altissima qualità, come da tradizione Edra. Ma è la struttura interna a rappresentare l’innovazione più significativa: un sistema meccanico sofisticato, preciso, progettato per durare nel tempo e garantire un utilizzo intuitivo.

8 - Bubble in 3d

Due modelli del divano Bubble creato da Sacha Lakic per Roche Bobois © Roche Bobois

Due modelli del divano Bubble creato da Sacha Lakic per Roche Bobois © Roche Bobois

Disegnato da Sacha Lakic, il Bubble è il risultato di una visione chiara: creare un oggetto che sembri scolpito in un unico volume, capace di trasmettere morbidezza e dinamismo al primo sguardo. Le sue forme tondeggianti, quasi giocose, richiamano il mondo naturale — come bolle di sapone che si fondono tra loro — ma con una struttura studiata nei minimi dettagli. Questo divano non è solo una seduta: è una scultura abitabile. Il rivestimento in tessuto Techno 3D, sviluppato esclusivamente per Roche Bobois, è uno degli elementi distintivi del Bubble. La sua elasticità consente di avvolgere perfettamente le curve del divano senza creare pieghe o tensioni, valorizzando l’unitarietà del volume. Dietro a questa apparente semplicità si cela un lavoro tecnico complesso, frutto di un attento dialogo tra design, ingegneria e savoir-faire artigianale. Ogni Bubble è realizzato a mano in Europa, con una struttura interna in schiuma ad alta densità che garantisce sostegno e comfort duraturi. Nonostante il suo look contemporaneo, il divano Bubble ha tutte le carte in regola per diventare un classico del design del XXI secolo. È audace, ma non effimero. È comodo, ma non banale. In un mondo dove l’attenzione al dettaglio e l’espressione personale diventano sempre più centrali nella progettazione degli interni, il Bubble si posiziona come una scelta di carattere per chi vuole abitare il presente con stile e visione.

9 - La Nuvola di Patricia Urquiola

Il divano progettato da Patricia Urquiola per Cassina © Cassina

Il divano progettato da Patricia Urquiola per Cassina © Cassina

Mon-Cloud è il divano disegnato da Patricia Urquiola per Cassina nel 2023 e che intreccia comfort, ricerca estetica e sostenibilità con straordinaria coerenza. Dopo aver riscritto per anni le regole del design soft e modulare, Urquiola torna a collaborare con Cassina proponendo una seduta che appare come una nuvola sospesa: generosa ma leggera, formale ma accogliente, densa di significati e soluzioni tecniche. Il Mon-Cloud si presenta come un sistema componibile: moduli lineari, angolari, terminali con o senza braccioli, chaise longue — tutto pensato per creare paesaggi domestici mutevoli, flessibili, sartoriali. La forma è quella di un abbraccio: i cuscini imbottiti, gonfi ma scolpiti con grazia, si incastrano in una struttura portante appena percepita. Le proporzioni generose, unite alla raffinatezza dei dettagli, richiamano il mondo del design Anni ’70, ma con un tocco ultracontemporaneo. Il nome “Mon-Cloud” racconta già tutto: un oggetto personale, ma etereo; una comfort zone sospesa. Uno degli elementi più innovativi del Mon-Cloud è la sua attenzione alla sostenibilità. La struttura è completamente smontabile e progettata per il riciclo facilitato a fine vita. L’imbottitura è realizzata con materiale PET riciclato, e il rivestimento è proposto in vari tessuti eco-compatibili. Cassina, attraverso il suo laboratorio Cassina LAB, ha ormai fatto della sostenibilità un asse strategico, e Urquiola interpreta questa filosofia con una sensibilità mai didascalica: tutto è integrato con eleganza nel progetto, senza perdere coerenza formale.

10 - Shift: il divano cambia radicalmente forma

L'innovazione Shift, creazione dello studio svedese From Us With Love © From Us With Love

L'innovazione Shift, creazione dello studio svedese From Us With Love © From Us With Love

Nel design contemporaneo, la vera innovazione non passa necessariamente per l’estetica d’impatto, ma per la capacità di rispondere ai cambiamenti della società. Il divano Shift, progettato dallo studio svedese Form Us With Love, è un perfetto esempio di come il design possa essere intelligente, discreto e profondamente contemporaneo. Pensato per ambienti in trasformazione — dal mondo dell’ufficio a quello dell’abitare ibrido — Shift è un sistema di sedute che interpreta in chiave nordica le esigenze della flessibilità, modularità e funzionalità, senza rinunciare a una presenza visiva accogliente e raffinata. La vera forza di Shift è la sua versatilità silenziosa. Ogni modulo può essere utilizzato da solo o in composizione, con elementi che si integrano facilmente grazie a un linguaggio formale pulito, geometrico e contemporaneo. Il nome stesso, “Shift”, richiama l’idea di spostamento, adattamento, movimento, in perfetta sintonia con l’evoluzione degli spazi collettivi e domestici. Progettato per favorire configurazioni flessibili, Shift consente di creare micro-ambienti all’interno di uno spazio più ampio: lounge, aree di attesa, zone conversazione o postazioni di lavoro informali. È un arredo che suggerisce un comportamento, ma non lo impone. Form Us With Love è noto per un approccio al design che unisce rigore scandinavo e pensiero strategico, e Shift ne è una perfetta espressione. Le linee sono essenziali ma non fredde, i volumi compatti ma confortevoli, i dettagli curati con precisione. La struttura è pensata per la durabilità e l’uso intenso, ma l’aspetto visivo comunica morbidezza e accessibilità. I rivestimenti — disponibili in una vasta gamma di tessuti — contribuiscono a definire l’identità del divano, che può essere più sobrio o più espressivo, a seconda del contesto. Shift nasce da una riflessione profonda sul modo in cui viviamo e lavoriamo oggi. In un’epoca in cui gli spazi diventano sempre più fluidi, condivisi, riconfigurabili, questo sistema di sedute offre una risposta concreta, scalabile e sostenibile. Non è un divano “protagonista”, ma un catalizzatore di relazioni e comportamenti. Un oggetto che fa del suo ruolo di supporto una qualità progettuale, dimostrando che il buon design è quello che ascolta, si adatta e resiste nel tempo.

In copertina: il divano creato da Studio 65 per Gufram. © Gufram

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