
La lampada Pipistrello di Gae Aulenti, designer e architetta di fama internazionale
Come nasce la lampada Pipistrello di Gae Aulenti

Gae Aulenti, disegno della lampada Pipistrello, 1965. © Martinelli Luce.
Nata tra il 1964 e il 1965 per il negozio Olivetti di Parigi, la lampada Pipistrello di Gae Aulenti è ormai un'icona indiscussa del design. Si è imposta come capolavoro di originalità e innovazione: la sua realizzazione ha infatti richiesto ricerca e sviluppo tecnico. La lampada si caratterizza di diversi modelli e forme: esiste una versione da tavolo, ma anche da terra. Si compone di una base in alluminio verniciato, attualmente disponibile in diversi colori oltre ai rigorosi nero e marrone scuro, e da un tubo telescopico in acciaio, che permette di sollevare l’apparecchio fino a venti centimetri e che sorregge il paralume opalescente bianco. La principale sfida tecnica di questa creazione fu la realizzazione degli stampi per la forma complessa e il braccio telescopico, superata grazie alla collaborazione con Elio Martinelli, fondatore di Martinelli Luce, pioniere nello stampaggio tecnico del metacrilato.
La lampada emette una luce morbida e diffusa e ricorda nella forma un pipistrello con le ali spiegate. La sua sinuosità inoltre richiama le caratteristiche principali del genere Art Nouveau, a cui Aulenti si era forse ispirata come reazione al razionalismo imperante. Gae era studentessa di architettura all'epoca, ma non aveva ancora ricevuto incarichi importanti nel settore: era assolutamente impensabile affidare grandi progetti ad architetti donne, peraltro all'epoca inesistenti. Il design dunque, era il campo in cui la Aulenti poteva districarsi meglio: si trattava infatti di opere considerate minori e con budget economici più contenuti, gestiti da aziende private. L'assegnazione di progetti e incarichi nel campo del design era dunque più facile e socialmente accettato per le donne, rispetto alle grandi committenze infrastrutturali e architettoniche, come aeroporti, piazze e allestimenti museali.
Oggetto di culto: nelle collezioni del MoMa, del Met e del Centre Pompidou
La lampada Pipistrello di Gae Aulenti fu inclusa tra gli oggetti protagonisti della leggendaria mostra Italy: The New Domestic Landscape nel 1972 al MoMa di New York ed entrò a far parte della sua collezione permanente di design, nonché delle collezioni del Met, sempre a New York. La lampada sarà consacrata anche nelle collezioni permanenti di altri templi del design come il Centre Pompidou di Parigi. Oggi un’icona del design made in Italy, raggiungendo un successo tale che nel 2013 Martinelli Luce ha introdotto la Minipipistrello da tavolo in versione LED, mentre nel 2015, per celebrare il cinquantesimo anniversario, è stata presentata un’edizione limitata placcata in oro all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Altre versioni si sono poi susseguite, dalla Minipipistrello Cordless alla Pipistrello Med (per scrivania) fino alla più recente 4.0, in grado di riprodurre l’andamento della luce naturale. Un'evoluzione tecnologica, ma che mantiene intatto il fascino che ha reso questa lampada un oggetto di culto. La Pipistrello rappresenta un capolavoro dell’industrial design italiano: nata da un progetto site-specific, ha imposto nuove soluzioni tecniche e formali, superando i limiti produttivi del tempo. La sua eleganza fluida e funzione adattabile l’hanno trasformata in un simbolo duraturo del design, mantenendo intatto il fascino e l’attualità.
Conosciamo meglio la sua creatrice

Gae Aulenti, insieme alla sua opera, appena progettata, 1967. © Ugo Mulase
Gae Aulenti, all'anagrafe Gaetana Emilia Aulenti (Palazzolo dello Stella, 4 dicembre 1927 – Milano, 31 ottobre 2012), è considerata tra le migliori architette della sua generazione, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del design internazionale. Nel corso della sua lunga attività ha dato forma a numerose piazze e ricevuto diversi riconoscimenti e premi, tra cui il prestigioso Premio Imperiale per l'architettura conferito dalla Japan Art Association di Tokyo. Nata in una famiglia di origini pugliesi e calabresi, si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, dove consegue anche l'abilitazione alla professione. Il contesto culturale e professionale in cui la Aulenti si forma, ovvero la Milano degli anni Cinquanta, è impegnata nella ricerca storico-culturale di recupero dei valori architettonici del passato e confluirà nel movimento Neoliberty. Aulenti fa parte di questo filone, che dissente dal razionalismo. Per dieci anni, dal 1955 al 1965 lavora nella redazione di Casabella-Continuità sotto la direzione di Ernesto Nathan Rogers. Parallelamente, continua la carriera universitaria, come assistente prima di Giuseppe Samonà (dal 1960 al 1962) presso la cattedra di Composizione Architettonica all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, e poco dopo (dal 1964 al 1969) dello stesso Ernesto Nathan Rogers presso la cattedra di Composizione Architettonica al Politecnico di Milano. In quel periodo conosce il giovane Renzo Piano, impegnato ad effettuare una ricerca per la cattedra di Rogers. Poco dopo aver ideato nel 1965 la lampada Pipistrello, per la stessa Olivetti disegnerà lo showroom di Buenos Aires. La collaborazione con la nota azienda produttrice di macchine per scrivere le dà una certa notorietà, tanto che poco dopo Gianni Agnelli la chiamerà per affidarle la ristrutturazione del suo appartamento milanese in zona Brera. Tra i due nasce un'amicizia che durerà per tutta la vita e per gli Agnelli Aulenti concepirà numerosi progetti. Nel 1972 partecipa all'esposizione che celebra il design italiano al MoMa organizzata da Emilio Ambasz, insieme a numerosi altri designer e architetti emergenti, tra cui Marco Zanuso e Richard Sapper, Joe Colombo, Ettore Sottsass, Cesare Leonardi, Gaetano Pesce, Archizoom, Superstudio, Gruppo Strum e Gruppo 9999.
Dal 1974 al 1979 è componente del Comitato direttivo della rivista Lotus International, poi fa esperienze artistiche e dal 1976 al 1978 collabora con Luca Ronconi a Prato al Laboratorio di Progettazione Teatrale. Nel 1979 le viene affidata la direzione artistica della Fontana Arte, con cui aveva già collaborato in passato. Vengono prodotte lampade e oggetti d'arredo ancora oggi a catalogo, tra i quali la Lampada Giova (1964), Tavolo con ruote (1980) esposto al Museum of Modern Art e Tavolo Tour (1993). Tra i collaboratori di maggior rilievo compaiono Piero Castiglioni, Pierluigi Cerri, Daniela Puppa e Franco Raggi. Nel 2007 progetta la ristrutturazione di Piazza Mario Pagano a Potenza, ristrutturazione che viene completata nel 2012. L'architetta Gae Aulenti muore poco dopo, questa è quindi tra le sue ultime opere. Nel 1984 viene nominata corrispondente dell'Accademia Nazionale di San Luca a Roma, mentre dal 1995 al 1996 è presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2005 costituì, con Marco Buffoni, Francesca Fenaroli e Vittoria Massa, la Gae Aulenti Architetti Associati. Muore il 31 ottobre 2012 a Milano all'età di 84 anni. Prima della sua scomparsa, il 16 ottobre viene insignita del premio alla carriera dalla Triennale. In una nota ufficiale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprime il cordoglio per la scomparsa dell'Aulenti, ricordandola come:«protagonista di primo piano della storia dell'architettura contemporanea, altamente apprezzata in tutto il mondo per il suo talento creativo e, in particolare, per la straordinaria capacità di recuperare i valori culturali del patrimonio storico e dell'ambiente urbano» Il 7 dicembre 2012 viene inaugurata ed intitolata a suo nome la nuova grande piazza circolare situata al centro del complesso della Torre Unicredit di Milano.
Gae Aulenti: designer e architetta di carriera e fama internazionali

L'allestimento museale risultato dalla trasformazione da stazione a museo dell'Orsay di Parigi, curato da Gae Aulenti© Mariano de Angelis
L'attività professionale di Gae Aulenti e la sua fama si sviluppò in tutto il mondo, attraverso ben 800 progetti. Avete letto bene: 800. La designer e architetta viaggia e lavora in Europa, America, Cina e Giappone e con marchi italiani di fama internazionale come Fiat, Max Mara, Knoll e Artemide. Si occupa di alcune tra le architetture più significative del XXI secolo e degli allestimenti museali più importanti del Novecento, ovvero della trasformazione del Museo d’Orsay da stazione a spazio espositivo e del nuovo allestimento del Centro Pompidou a Parigi; del Museo d’arte asiatica di San Francisco; del Museo d’arte catalana a Barcellona; del restauro del Palazzo Pubblico a San Marino; e dell’Istituto di cultura italiano a Tokyo. Un'architetta - anche se amava definirsi e farsi chiamare architetto - che ha cambiato le regole del gioco e che si è imposta in un settore maschile e maschilista, che l'aveva accolta con pregiudizi e critiche, talvolta feroci. L'allestimento del Museo d'Orsay in particolare, che fu il primo grande incarico che la consacrò come figura nel settore, su scala internazionale, fu accompagnato da commenti duri e poco generosi, nonostante la sua grandiosità e contemporaneità, ancora oggi. Lo stesso Castiglioni, collaboratore nel progetto, ricordava con affetto come fosse inizialmente scettico rispetto la visione avanguardistica e pioniera di Gae, che aveva deciso di bandire l'illuminazione artificiale e di far brillare le opere in allestimento, di luce naturale. Un exemplum di museografia ormai storicizzato e riconosciuto, che come tutte le grandi novità, ha però trovato qualche resistenza iniziale, superata e scalfita dal tempo, che dà sempre ragione.
In copertina: Minipipistrello di Gae Aulenti, Martinelli Luce. © Martinelli Luce.
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